“Dare gambe alle idee”, questo l’obiettivo con cui si era conclusa, lo scorso 14 aprile, la presentazione del manifesto redatto da Universal Robots insieme a 12 dei maggiori esperti di robotica del Paese. Fornire azioni e strumenti per rendere concrete e attuabili le idee contenute nella Carta chiamando in causa nuovi stakeholder, ciascuno rappresentativo di un settore economico.
Giovedì 1 luglio, alle ore 11, sarà quindi la volta dell’idea avanzata da Lorna Vatta, direttrice esecutiva del Competence Center Artes 4.0, che all’interno della Carta aveva espresso l’auspicio di vedere tutto il portato di innovazione ed efficienza della robotica collaborativa, applicato anche al di fuori della fabbrica, ad esempio in ambito agricolo, edilizio, medicale. Per l’occasione Alessio Cocchi, country manager Italia di Universal Robots, si confronterà con la stessa Lorna Vatta, Antonio Romeo, direttore del Dintec (il consorzio tra Unioncamere ed Enea) e Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, per individuare azioni e strumenti per introdurre la tecnologia collaborativa anche in ambito extra industriale.
«Con la nascita della robotica collaborativa è nato un nuovo modo di pensare l’automazione, che l’ha liberata da tanti vincoli, aprendo un mondo di opportunità – commenta Lorna Vatta -. Le nuove tecniche di intelligenza artificiale puntano a facilitarne e migliorarne l’interazione sociale con le persone. I cobot sono ormai disponibili per aggiungere valore in tanti settori dell’economia e non solo in ambito industrial: si avviano a diventare nostri compagni di viaggio verso il futuro in sanità, edilizia, turismo, agricoltura. Ci assisteranno per attività pericolose, di assistenza, oppure per noi noiose».
Ed è proprio grazie alla semplicità di programmazione, alla sicurezza intrinseca e alla flessibilità che li contraddistingue che i cobot potranno trovare applicazione anche al di fuori della tradizionale manifattura.
«A oltre cinque anni dal varo delle prime iniziative a sostegno della transizione digitale – commenta Antonio Romeo – nel nostro paese esiste ancora un numero elevato di micro, piccole e medie imprese che fa fatica a comprendere la portata della rivoluzione 4.0 e i vantaggi competitivi legati all’introduzione delle tecnologie abilitanti e dei nuovi modelli di business. Da quanto emerge dai dati raccolti dall’Osservatorio dei PID- Punti Impresa Digitale delle Camere di commercio, negli ultimi 3 anni meno del 12% delle imprese del settore manifatturiero ha investito nella robotica; questo dato scende a meno del 3 % se si considerano altri settori produttivi, come l’agricoltura e il commercio. Diffondere la consapevolezza e le opportunità offerte dal 4.0 in tutti i comparti del tessuto produttivo italiano è l’obiettivo primario dell’azione dei PID».
L’agricoltura italiana un settore fondante della nostra economia e alla base di alcune delle nostre principali eccellenze, che vantaggio potrebbe trarre da un’introduzione ragionata e sistematica di soluzioni di automazione nel proprio modello produttivo? È uno degli obiettivi dell’evento del 1° luglio fornire una roadmap per sostenere la crescita di questo imprescindibile settore della nostra economia.
«Il settore primario – osserva Massimiliano Giansanti – ha davanti a sé una sfida epocale: produrre più cibo in quantità, qualità e salubrità per una popolazione mondiale in aumento ma, allo stesso tempo, impattare di meno sulle risorse naturali. La stessa politica europea va in questa direzione con le strategie definite da New Green Deal e Farm to Fork. Per raggiungere questi obiettivi sfidanti IoT, robotica collaborativa, automazione dei processi produttivi, precision farming sono fondamentali. Al momento solo il 3-4% della superficie agricola in Italia è coltivata con strumenti 4.0, segno che il mercato deve ancora esprimere larga parte del suo potenziale. C’è quindi la necessità di avviare un percorso condiviso con il governo che riprenda il sostegno politico ed economico-finanziario per le imprese che decidono di effettuare investimenti finalizzati alla transizione tecnologica e digitale. Il credito di imposta è stato un successo e deve rimanere tale. Importante poi è il trasferimento della conoscenza delle tecnologie e la formazione per gli operatori».
«La Carta è uno strumento al servizio del Paese, una proposta che avanziamo per far crescere settori e ambiti economici ancora non avvezzi alla robotica – commenta Alessio Cocchi -. La robotica collaborativa presenta una serie di vantaggi rispetto ad altre soluzioni di automazione: è flessibile, richiede un limitato carico cognitivo, è economicamente accessibile a ogni impresa e svolge un utile ruolo formativo, trasmettendo e inserendo competenze nuove negli ambiti in cui viene applicata. Ringrazio Lorna, il presidente Giansanti e il dott. Romeo che hanno accettato di fare questo pezzo di strada insieme a noi».