L’eco del recente summit sul clima di Parigi non poteva mancare di risuonare nell’ambito di Anima, la Federazione delle associazioni nazionali dell’industria meccanica varia e affine: la decisione di limitare le emissioni di CO2, assunta anche da Paesi come Usa e Cina, impatterà fortemente a livello mondiale sul modo di fare impresa nei prossimi decenni. Ne è convinto il presidente Anima Alberto Caprari, che ne ha fatto un chiaro cenno durante la presentazione dei dati relativi al 2015 seguita dalla cerimonia di premiazione delle aziende che hanno raggiunto il traguardo dei 20 e dei 50 anni di vita associativa: “le eccellenze manifatturiere italiane – ha detto Caprari – sono già ben orientate in senso ecosostenibile, con particolare attenzione all’efficienza energetica e all’utilizzo di fonti rinnovabili, e non potranno che beneficiare in modo significativo di quanto deciso alla COP21”.
Peraltro, la prospettiva emersa dai dati appena pubblicati dall’Ufficio Studi di Anima conferma il trend positivo del settore, trainato dall’export. Nel 2015 la meccanica italiana ha prodotto tecnologie e componentistica per un totale di 44 miliardi di euro, con un +1,3% rispetto al 2014; per il 2016 si prevede un +0,7%, con una produzione che toccherà i 44,3 miliardi di euro.
Il dato delle esportazioni è coerente col precedente ed è in continua crescita: +1,3% sul 2014 e +1,4% previsto per l’anno prossimo. Caprari fa notare che la meccanica esporta più dei settori alimentare, moda e design aggregati, e ciò è dovuto “alla qualità e flessibilità delle nostre imprese, accompagnata dalla stima per le nostre tecnologie”. Esaminando i dati export del primo semestre 2015, si nota una distribuzione che privilegia i Paesi dell’Europa a 28 (42%) dove il nostro export continua a crescere (+3,9%); significativa anche la quota di esportazioni verso il Nord America (11%), che sta dimostrando una forte attrattività per la nostra meccanica che raggiunge un +14,1% sul 2014.
Mario Gargantini