L’enorme potenziale di Internet delle cose per favorire la convergenza e la collaborazione in tutto il mondo è stato frenato dalla mancanza di sicurezza dei dati e di interoperabilità tra i dispositivi e gli oggetti. Riconoscendo questo ostacolo, diversi istituti e organizzazioni in settori chiave stanno cercando di definire gli standard per la tutela della privacy nella condivisione delle informazioni su Internet.
Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Internet of Things (IoT) – Disruptive Opportunities in Key Sectors”, rileva che diversi organismi di standardizzazione in Europa e negli Stati Uniti stanno lavorando per affrontare la questione dell’interoperabilità dei dispositivi e delle policy di sicurezza standard. Sia le organizzazioni europee che quelle americane stanno cercando di snellire il flusso ininterrotto di informazioni tra i dispositivi, a livello globale. Un esempio è il comitato separato creato dall’Istituto Europeo per gli Standard nelle Telecomunicazioni (ETSI) per concentrarsi sulla standardizzazione della privacy nelle comunicazioni Machine2Machine (M2M). Allo stesso modo, l’Open Automotive Alliance – un’alleanza globale di aziende automobilistiche e partner tecnologici – sta lavorando per creare una piattaforma Android standard per la comunicazione tra dispositivi mobili e veicoli.
Un’altra soluzione per accelerare l’adozione su larga scala delle molteplici applicazioni e tecnologie nello spazio di Internet delle cose è l’utilizzo di un gateway unificato. “I gateway integrati con Java, spesso utilizzati per lo sviluppo di applicazioni cloud, potrebbero migliorare ulteriormente le capacità della piattaforma in termini di interoperabilità”, osserva Swapnadeep Nayak, analista di Frost & Sullivan. Anche la nanotecnologia ha la sua parte nel promuovere Internet delle cose. I rapidi progressi raggiunti nella miniaturizzazione dei sensori e nell’identificazione mediante radiofrequenza (RFID) aiuteranno l’integrazione dei transistori in qualsiasi tipo di oggetto fisico, indipendentemente dall’impronta del dispositivo. Gli operatori del mercato possono migliorare la privacy e la sicurezza della rete anche integrando sensori intelligenti per tracciare le abitudini degli utenti e i movimenti all’interno del cloud.
Poiché Internet delle cose richiede un’architettura aperta, gli utenti tendono a essere scettici riguardo alla capacità delle piattaforme di mantenere l’integrità dei loro dati. Tali preoccupazioni possono essere alleviate, in una certa misura, grazie alla convergenza di tecnologie emergenti come Big Data e context-aware computing con Internet delle cose. Sfruttare i vantaggi della convergenza tecnologica migliorerà l’analisi dei dati degli utenti e i diritti di accesso, favorendo la creazione di un ambiente sicuro per Internet delle cose. Nel complesso, utilizzando un’infrastruttura cloud comune con un’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) unificata per tutti i settori applicativi, Internet delle cose può abbattere i costi di distribuzione, migliorando l’efficienza dei dispositivi utilizzando i dati provenienti da innumerevoli gadget.