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Innovazione distribuita e nuovi materiali nel futuro del manufacturingERT

A margine del World Manufacturing Forum, Jordan Brandt, Technology futurist di Autodesk, ha illustrato la propria visione del futuro del manifatturiero. Un punto di vista interessante perché proposto da chi è quotidianamente a contatto con le esperienze più innovative e deve contemporaneamente saper leggerne le direttrici future per poterle anticipare.

A supporto dei cambiamenti già in atto, che vedono un parziale rientro della produzione nelle economie sviluppate (il cosiddetto reshoring) e la nascita di fabbriche sempre più “smart”, piccole e distribuite, Brandt ha illustrato la centralità del Cloud come piattaforma diffusa per la collaborazione nella progettazione dei prodotti. Ha poi spiegato come l’integrazione pervasiva dei sensori e l’internet delle cose sia causa (e sintomo) di un cambiamento del business model delle aziende manifatturiere, che cercano di estendere il proprio raggio di azione oltre il momento della vendita dell’oggetto, trasformandosi in provider di servizi collegati ai prodotti venduti.

Secondo Brandt “software, hardware e materiali innovativi saranno i tre protagonisti dell’innovazione”.

Un ruolo importante è quello che stanno giocando le stampanti 3D, un business nel quale Autodesk ha scelto di entrare in prima persona con l’obiettivo di diventare l’“Android della stampa 3D”. Le tecniche di additive manufacturing stanno consentendo lo sviluppo di prodotti dotati di strutture precedentemente impossibili da realizzare. “Lo stesso cambio di paradigma – ha sottolineato Brandt – lo vedremo per la progettazione: in futuro gli uomini progetteranno il sistema che le macchine useranno per progettare i prodotti”. Lo sviluppo del design quindi passerà alle macchine che saranno in grado di utilizzare logiche progettuali che superano i limiti posti all’uomo dalle proprie capacità.