Il report sulle statistiche relative alle dichiarazioni fiscali Ires 2018, recentemente pubblicato dal dipartimento finanze del Ministero dell’economia permette di tracciare un bilancio sugli incentivi fiscali messi a disposizione delle imprese.
È il super ammortamento l’incentivo che ha registrato il maggiore interesse: nell’intero periodo di esistenza ha movimentato ben 6,6 miliardi di euro di investimenti, di cui 1,1 miliardi effettuati nel 2018. E proprio nell’ultimo anno, prima della sua abrogazione con la Legge di Bilancio 2019, ha fatto segnare un +14,6% e 295.900 fruitori. Si tratta per lo più (64%) di imprese con fatturato compreso tra 100 mila e 2,5 milioni di euro.
Apprezzamento anche per iper ammortamento e maggiorazione del 30%: nel primo caso, all’incentivo sotto forma di deduzione sono ricorsi 17.770 soggetti, generando un valore di 2,3 miliardi di euro di investimenti, di cui 821 milioni effettuali nel 2018. L’agevolazione concessa per i beni strumentali immateriali (prevista dal piano Industria 4.0) ha invece avuto 21.900 fruitori e un valore stimato di 342 milioni.
Anche il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (Legge 190/2014) ha riscosso un discreto successo: nel 2018 vi hanno fatto ricordo oltre 29.200 utilizzatori e l’ammontare del credito ha raggiunto 3,4 miliardi di euro con un incremento del 19,5% rispetto al 2017.
Meno appeal rispetto ai precedenti incentivi ha registrato invece l’art bonus introdotto sotto forma di credito d’imposta nel 2014 e destinato a chi effettua erogazioni liberali per sostenere il patrimonio culturale pubblico italiano. Nel 2018 solo 402 soggetti donanti, tuttavia il trend rispetto all’anno precedente è in forte crescita (+24,8%). Il credito, lo ricordiamo, è pari al 65% delle erogazioni effettuate, va ripartito in tre quote annuali uguali ed è soggetto ad alcuni limiti: 15% del reddito imponibile per persone fisiche, e 5 per mille dei ricavi per titolari di reddito d’impresa.
Completano il quadro statistico degli incentivi fiscali il credito per spese per formazione, nato anch’esso all’interno del Piano Industria 4.0 e quello delle spese di consulenza per ammissione alla quotazione di PMI. Il primo, per un ammontare di 28,5 milioni di euro, è maturato per 640 soggetti. La seconda agevolazione, rivolta a piccole e medie imprese che intendono quotarsi su mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione, ha riguardato solo 14 soggetti per un valore di 5,2 milioni di euro. La misura è stata prorogata per tutto il 2021.
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