Quest’anno la Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien) spegnerà 100 candeline. Istituita il 15 dicembre 1921 presso il Club Tedesco di Milano, fu una tra le prime camere bilaterali estere di origine tedesca e il funzionario consolare Helmut Klein è stato il primo segretario generale.
In un anno dunque particolare, e dopo quello segnato dalla pandemia, la Camera di Commercio Italo-Germanica ha chiesto alla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo di elaborare la ricerca dal titolo: “Il valore delle aziende italiane in Germania” basandosi su dati Eurostat del 2018, quindi prima della crisi Covid.
Scopriamo così che la Germania risulta la seconda meta degli investimenti esteri italiani, con una quota del 10,8% sul fatturato totale realizzato dalle controllate estere italiane nel mondo (59 mld su 546,2 mld). È preceduta solo dagli Stati Uniti che detengono una quota del 24,3%.
Importante la presenza anche in termini di imprese e risorse umane: sono infatti 1.670 le controllate estere italiane presenti in Germania (il 7 del totale delle controllate estere italiane nel mondo), per circa 104 mila addetti che valgono un quinto posto nella classifica complessiva, dietro Stati Uniti, Brasile, Cina e Romania.
Il 61% degli addetti delle imprese italiane controllate estere che risiedono in Germania appartiene al mondo dei servizi (per lo più commercio), contro il 39% del settore manifatturiero e questo fa sì che Il peso dei servizi è maggiore in Germania rispetto ad altre destinazioni delle nostre controllate estere.
Prendendo invece in esame il fatturato complessivo delle controllate estere attive in Germania, la quota italiana si sostanzia in un 2%, ma aumenta per la distribuzione all’ingrosso (4,4%), i trasporti (2,5%) e per alcuni settori manifatturieri, nei quali spicca una maggiore diffusione di marchi, brevetti e certificazioni ambientali, a indicarne l’elevato profilo strategico-competitivo.
La competitività tedesca si basa anche su legami solidi con i partner europei attraverso le catene del valore a iniziare dall’automotive, cuore pulsante del settore manifatturiero tedesco. È in questo comparto che l’Italia detiene il primato tra i fornitori della catena, con un apporto di valore aggiunto del 2,4% alla produzione tedesca di autoveicoli, davanti a Francia, Polonia e Cina.
Le relazioni economiche italo-tedesche non si limitano alla presenza diretta di imprese a controllo italiano, ma sono in realtà ancor più intense all’interno delle catene globali del valore. L’Italia detiene, in particolare, una posizione di primato tra i fornitori della catena automotive, fiore all’occhiello del manifatturiero tedesco, davanti a Francia, Polonia e Cina.
Infine il prossimo appuntamento per la Camera di Commercio Italo-Germanica è fissato per il 14 settembre a Villa Erba, sul lago di Como, per il XV Forum Economico Italo-Tedesco dal titolo evocativo: Ripartiamo con l’Europa!
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