Le fonti energetiche sono un aspetto fondamentale per lo sviluppo delle tecnologie del settore HVAC+R e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) potrebbero svolgere un ruolo importante per la transizione verso la produzione di energia diffusa, condivisa e prodotta con fonti rinnovabili. È quanto emerso dall’incontro organizzato da MCE con Energia Media e in collaborazione con Enea all’interno del percorso di avvicinamento alla prossima edizione di MCE 2024, nel quale le principali realtà coinvolte, Enea, Anci, Confservizi Cispel, AssoEsco e le utilities hanno presentato lo stato dell’arte e il ruolo dell’Osservatorio CER.
Nell’ambito delle attività di MCE Lab di aggregare competenze ed esperienze sui temi dell’innovazione, dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale in vista della 43a edizione di MCE – Mostra Convegno Expocomfort, si è fatto il punto della situazione sulla creazione delle CER, Comunità energetiche rinnovabili, partendo dalle attività dell’Osservatorio di Enea, costituito da più tavoli di lavoro che raggruppano oltre 40 soggetti tra imprese, PA, Utility, Istituti di ricerca, Associazioni e liberi professionisti, col fine di contribuire alla definizione di policy, strumenti, standard e normative che ne favoriscano lo sviluppo e supportando le amministrazioni comunali e cittadini in questa nuova sfida energetico/gestionale.
L’obiettivo principale dell’incontro è stato alimentare la discussione tra stakeholder pubblici e privati coinvolti a vario titolo nella promozione, progettazione e gestione delle CER, trovando possibili soluzioni alle criticità che hanno finora limitato la loro diffusione, attraverso l’individuazione di modelli standard di tipo gestionale, economico, giuridico e tecnologico.
“Partecipiamo attivamente alla discussione attorno alle CER perché la produzione di energia da fonti rinnovabili è un aspetto basilare per la crescita del comparto che rappresentiamo. – ha introdotto i lavori Massimiliano Pierini, Managing Director di RX Italy –. Con MCE Lab, la nostra piattaforma sul vivere sostenibile, seguiremo le attività dell’Osservatorio Enea apportando il nostro contributo in termini di divulgazione e promozione sullo sviluppo delle CER soprattutto presso i nostri stakeholder.”
“Il contesto – in attesa del Decreto – presenta e suscita ancora diversi interrogativi e perplessità – ha sottolineato Nicoletta Gozo, Coordinatrice Roll-Out Tecnologico della Divisione Smart Energy di Enea – Stiamo collaborando con gli stakeholder di riferimento allo sviluppo di attività e soluzioni tecnologiche e metodologiche (Recon, standard di riferimento modelli gestionali) che guidino e supportino le scelte nel complesso e variegato percorso di costituzione e gestione di una CER, dedicando particolare attenzione ai Comuni e ai loro amministratori. L’obiettivo è contribuire a delineare una roadmap italiana delle CER, individuando le problematiche tuttora esistenti, promuovendo soluzioni correttive e abilitanti e “raccontando” la validità ed eticità dell’opportunità CER per una maggiore sostenibilità e sviluppo del Paese.”
A lei abbiamo chiesto di fare un riassunto degli aspetti che l’Osservatorio ha individuato e sui quali opera:
- giuridico, quali forme giuridiche meglio si prestano alle CER: “Fino a oggi ci si è orientanti prevalentemente su associazioni non riconosciute perché ad esse è connessa una gestione più semplice e meno onerosa, ma in prospettiva, con la nascita di comunità sempre più ampie e popolose, si prevede la costituzione di soggetti più strutturati in associazioni riconosciute, cooperative o fondazioni sociali. In ogni caso parliamo di soggetti senza scopo di lucro, in accordo con la normativa.”
- governance, quale tipo di organizzazione permette di regolare in modo efficace i rapporti tra i soci di una CER, potenzialmente numerosi ed eterogenei per tipologia e contributo: “In attesa di esempi concreti, la “teoria giuridica” vede nelle cooperative a responsabilità limitata (Scarl) e assimilabili, una configurazione che può permettere una buona gestione e ripartizione delle responsabilità interne, nonché la possibilità di redistribuire tra tutti i membri molteplici forme di ricavo della CER. È tuttavia soggetta a costi di gestione che la renderanno plausibile specialmente per determinate dimensioni e numero di partecipanti.”
- economico e finanziario, sono sufficienti i ricavi e gli incentivi per coprire i costi e destinare un quota dell’incentivo per le finalità sociali e di sviluppo del territorio che devono contraddistinguere le CER?: “Generalmente sì, soprattutto se la CER è stata ben dimensionata, considerando correttamente i profili di consumo e produzione. In prospettiva, le CER potranno diventare collettori di servizi aggiuntivi e quindi sostenere l’ulteriore sviluppo della CER e una maggiore efficienza gestionale del territorio.”
- tecnologico, in particolare per quanto riguarda la definizione di best practice per la definizione di KPI e lo scambio di informazioni tra piattaforme di monitoraggio e gestione delle CER, aspetti determinanti anche per aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei profili di consumo da parte dei membri della CER e promuovere un uso e gestione più razionale e consapevole dell’energia;
- divulgativo, con la definizione di strategie per fare conoscere i vantaggi delle CER ai cittadini, ai soggetti pubblici e privati e favorire il loro coinvolgimento attivo.
“Quando si affronta il tema della “transizione” è necessario focalizzarsi tanto sugli aspetti energetico/tecnologici quanto su quelli culturali/sociali in quanto il traguardo “transizione” è conseguibile grazie all’insieme delle “singole transizioni” che ogni cittadino apporterà nella sua sfera pubblica e privata. – ha concluso Nicoletta Gozo – Le CER rappresentano sicuramente oggi una concreta opportunità e contributo al conseguimento degli obiettivi di transizione, costituendo al tempo stesso una sfida per il sistema Paese e in particolare per noi cittadini, direttamente e indirettamente – a differente titolo – implicati e attivatori di tali processi evolutivi e innovativi.”
“Per le finalità previste dalla normativa che ha istituito le CER, le realtà amministrative locali possono essere il volano per il loro sviluppo, – ha dichiarato Lucio De Luca, vicepresidente di Anci Lombardia – ma c’è ancora un problema di conoscenza. Ad oggi solo il 13% dei cittadini sa cos’è una CER; stiamo facendo una serie di incontri territoriali per informare amministrazioni comunali e cittadinanza e stiamo collaborando con Enea per la realizzazione di un vademecum.”
“Stiamo assistendo in tempo reale all’evoluzione dei contesti urbani in smart city e dei territori in smart land. – ha concluso Pierini – L’obiettivo di questi incontri di avvicinamento alla prossima edizione di MCE – Mostra Convegno Expocomfort 2024 è proprio quello di fotografare dinamicamente questa trasformazione, e indagare le concrete opportunità per il conseguimento dei goal di transizione digitale, energetica ed ecologica previsti dall’Agenda 2030, e sul lungo termine per il 2050. Possiamo già ora immaginare i vantaggi che le CER offriranno per il futuro, come la fornitura di servizi ancillari, produzione e distribuzione di energia, vantaggi fiscali, lo sviluppo della mobilità elettrica, nuovi strumenti finanziari “green, e altri che verranno. In questa prospettiva, il ruolo delle aziende attive nel settore dell’HVAC+R è destinato a diventare sempre più determinante, protagoniste di un nuovo scenario energetico purtroppo ancora caratterizzato da un alternarsi di luci e ombre.”