La stampa 3D, o produzione additiva (AM), sarà un’industria da 70,8 miliardi di dollari entro il 2030, registrando un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 18% tra il 2021 e il 2030, prevede GlobalData, una delle principali società di dati e analisi.
L’ultimo rapporto di GlobalData, “Thematic Intelligence: 3D Printing”, descrive la stampa 3D come il processo di unione di materiali per creare oggetti da dati di modelli tridimensionali, tipicamente creati strato su strato. Il rapporto divide la catena del valore del settore in 4 livelli principali: hardware, materiali, software e servizi. Il segmento software del settore offrirà la crescita più rapida, poiché le aziende danno la priorità all’adozione di strumenti di automazione del flusso di lavoro per ridurre i tempi e i costi del ciclo di produzione, facilitando la transizione della stampa 3D alla produzione di massa.
Sono passati 40 anni dalla creazione della prima parte stampata in 3D e l’industria è ormai adulta. Ha lasciato il segno nel mondo manifatturiero, ma c’è ancora molto da fare. L’industria non ha più bisogno di dimostrare che la stampa 3D funziona, ma deve ora stabilire il proprio posto nel mix produttivo.
Carolina Pinto, Thematic Intelligence Analyst presso GlobalData, commenta: “La stampa 3D è sempre stata strettamente associata alla prototipazione e alle basse tirature. Oggi l’industria vuole espandersi nella produzione di massa. Per facilitare questa transizione, le aziende di stampa 3D devono garantire la standardizzazione dei prodotti, in particolare in settori come quello automobilistico, aerospaziale e sanitario. La standardizzazione copre best practice, normative e benchmark che consentono alla produzione di diventare ripetibile all’infinito. Investire in strumenti di automazione del flusso di lavoro sarà il modo più rapido ed economico per raggiungere questo obiettivo”.
Con molte aziende che stanno prendendo in considerazione il reshoring di alcune delle loro operazioni della catena di approvvigionamento, stimolate dalla pandemia di Covid-19, preoccupazioni geopolitiche e considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG), la stampa 3D potrebbe potenzialmente interrompere l’intera catena di approvvigionamento dell’industria manifatturiera.
David Bicknell, Principal Analyst, Thematic Intelligence presso GlobalData, commenta: “La stampa 3D ha il potenziale per trasformare la gestione della supply chain. La produzione additiva è cresciuta in popolarità quando ha contribuito a limitare l’interruzione della catena di approvvigionamento durante la pandemia di Covid-19. Ciò ha mostrato il potenziale del settore per svolgere un ruolo importante nei nuovi ecosistemi della catena di approvvigionamento. Col tempo, il fattore limitante non sarà la tecnologia, ma la volontà dei dirigenti di abbracciare e fidarsi di una supply chain rinnovata. Utilizzando la stampa 3D, le aziende possono produrre componenti localmente, semplificare la logistica e ridurre la dipendenza da più fornitori e prodotti importati”.