Fabrizio Ferro, solution consulting director per il Sud Europa di PTC, tratteggia alcuni possibili scenari legati ai futuri sviluppi della Realtà Aumentata
La realtà aumentata (AR) è una tecnologia in continua evoluzione. In ambito industriale sono sempre più numerosi i casi d’uso che dimostrano come l’AR sia una soluzione già pronta e, quindi, percorribile per risolvere molte delle comuni problematiche legate all’organizzazione e alla produttività della forza lavoro: manutenzione, assemblaggio, training, accesso documentale, monitoraggio degli impianti ecc.
Tra i motivi che sostengono la crescita dell’AR vi sono gli sviluppi del mercato consumer, la cui offerta di dispositivi di realtà virtuale (VR) dedicati alla fruizione di esperienze immersive sta registrando una notevole crescita.
Una tecnologia universale
La conferma della crescente contaminazione tecnologica che si sta instaurando tra i mercati b2c e b2b è stata ultimamente sancita anche dall’ingresso di Apple nell’arena delle tecnologie AR/VR con il suo Vision Pro, primo visore per realtà aumentata che l’azienda di Cupertino ha lanciato all’inizio di quest’anno. Azienda notoriamente votata allo sviluppo di tecnologie per il mercato consumer, Apple con il suo nuovo device potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di svolta per l’evoluzione del comparto, poiché la tecnologia Vision Pro, a differenza di quella impiegata dalla maggior parte dei visori VR disponibili sul mercato, integra l’augmented reality (AR) con lo spatial computing, una combinazione che permette di fruire di esperienze immersive percependo la tridimensionalità spaziale del contesto applicativo.
A ragion del vero va detto che, a differenza di molti altri visori, il prezzo dell’Apple Vision Pro non può certamente definirsi abbordabile, ma tanto potrebbe bastare per dare un ulteriore impulso all’adozione dell’AR in molti settori, tra cui quello industriale che, come già detto, non manca certo di potenzialità.
Il futuro dell’AR passa anche per l’AI
L’intelligenza artificiale (IA), a proposito della quale si stanno aprendo dibattiti non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche etico e sociale, in quanto tecnologia abilitante dispone di un forte potenziale per favorire lo sviluppo di altre tecnologie: i grandi progressi che essa sta registrando possono sicuramente favorire la crescita del mercato AR.
Grazie ai notevoli progressi che l’AI ha fatto registrare, la tecnologia AR può ulteriormente crescere, acquisendo ad esempio capacità cognitive per il riconoscimento del linguaggio naturale, l’ascolto e l’analisi delle sorgenti esterne, nonché l’elaborazione autonoma della realtà acquisita tramite visione. L’acquisizione per immagini dei vari passaggi in cui si articola un lavoro, ad esempio un assemblaggio o una ispezione qualitativa, nonché la capacità di osservare e analizzare l’ambiente circostante, rende l’AR uno strumento potenzialmente in grado di apprendere le informazioni e generare set di istruzioni operative in modo autonomo.
L’intelligenza artificiale può così contribuire a rendere le esperienze di realtà aumentata più realistiche, efficaci: e con i passi da gigante che il mercato dei dispositivi VR sta compiendo le opportunità sono enormi. Consideriamo ad esempio Vuforia Step Check di PTC, che combina realtà aumentata e intelligenza artificiale in uno strumento tanto potente quanto intuitivo, con il quale è possibile gestire i flussi di lavoro guidando interattivamente l’operatore.
La convergenza tecnologica rappresenta dunque un fattore di amplificazione, che può ulteriormente favorire nel breve e medio termine gli sviluppi dell’AR. E ovviamente delle imprese che decideranno di farne uso.
La comodità dell’AR-as-a-service
Disporre di persone, prodotti e processi interconnessi oggi è un fattore di primaria importanza e la realtà aumentata garantisce una comunicazione universale, trasparente e collaborativa. I tecnici esperti, ad esempio, possono utilizzare l’AR per guidare da remoto i lavoratori che, freschi di inserimento o ancora inesperti su certe tematiche, necessitano di essere assistiti. Specialmente nell’inserimento di nuovi dipendenti, l’AR si rivela essere un’ottima soluzione, poiché offre uno strumento intuitivo e semplice da utilizzare per la formazione dei nuovi arrivati.
Molte delle aziende che hanno integrato applicazioni AR nel loro flusso di lavoro hanno deciso di utilizzare device “tradizionali” come smartphone e tablet. Si tratta di dispositivi di uso comune e dai costi accessibili che, grazie alla potenza sempre maggiore dei processori che li equipaggiano, sono in grado di fornire esperienze d’uso molto ricche.
Una tendenza che si sta facendo largo riguarda la scelta da parte di un numero crescente di aziende di affidarsi a soluzioni “AR-as-a-Service”, ovvero a fornitori la cui offerta si basa su package integrati hardware più software completi di tutto quanto necessario dal punto di vista funzionale, operativo e dell’assistenza. In questo senso, le positive esperienze che il mercato del software sta da tempo sperimentando con i servizi SaaS contribuiranno senz’altro alla crescita della tecnologia AR, poiché per moltissime aziende, soprattutto nel segmento PMI, sarà possibile abbattere gli ostacoli legati agli investimenti iniziali.