ANIE ha reso noti i consuntivi 2011 per i comparti elettrotecnica ed elettronica che rappresenta in seno a Confindustria. Il fatturato complessivo è stato di 71 miliardi di euro, in calo del 4,2% rispetto all’anno precedente. Ha retto l’export, in crescita del 5,5%, mentre la produzione industriale ha ceduto il 5%. Questi numeri sono conseguenza soprattutto del crollo del comparto energia e in particolare del fotovoltaico (-29,7%). Escludendo dai conti questo settore, il risultato complessivo avrebbe visto una crescita del 4,6%.
Non è solo il fotovoltaico tuttavia ad aver fatto registrare pesanti negativi: è andata male anche la produzione di energia da fonti tradizionali (-12,4%); segno meno anche per i trasporti ferroviari ed elettrificati (-4%), apparecchi domestici e professionali (-1,2%) e ascensori e scale mobili (-0,5%). Bene invece i comparti dell’elettronica. In particolare il settore automazione e misura, rappresentato da AssoAutomazione, ha fatto registrare una crescita del 18%, con un fatturato di 3,8 miliardi. Bene anche sicurezza e automazione degli edifici (+4,9%) e componenti elettronici (+1,5%). Per quanto riguarda il settore sistemi di trasmissione movimento e potenza (il comparto rappresentato da Assiot, entrata in ANIE l’anno scorso) ha fatto registrare una crescita del 20% e un fatturato superiore ai 6,5 miliardi di euro.
Le prospettive per il 2012 non sono positive. Il fatturato e gli ordinativi dei primi mesi indicano un calo superiore al 10% sia per l’elettrotecnica sia per l’elettronica. Complessivamente ANIE stima che il 2012 si chiuderà con un calo del 2%.
Secondo l’analisi di Andrea Gemme, presidente di ANIE, le maggiori responsabilità gravano sui “vuoti di domanda interna” che “penalizzano profondamente l’economia e l’industria Italiana”.
“Siamo un paese a forte vocazione tecnologica, ma è venuto meno lo sbocco di questa grande forza in lavoro”, ha commentato Gemme. Una soluzione proposta da ANIE è un programma di investimenti in manutenzione delle infrastrutture. “Non possiamo ignorare l’effetto moltiplicatore che origina dagli investimenti infrastrutturali, soprattutto se l’ammodernamento del parco esistente viene ripensato con criteri innovative”, ha sottolineato Gemme.