Il comitato ha prodotto due documenti: una Scheda informativa e delle Linee guida.
L’autore del primo intervento, Carlo Masetti, Direttore Tecnico Cei, ha fatto il punto sul ruolo del Cei alla luce dell’integrazione nell’Unione Europea e dell’emergere delle nuove tecnologie. Tra i compiti istituzionali, riconosciuti in ambito nazionale, comunitario e internazionale, rientra quello di stabilire i requisiti che devono avere i materiali, le macchine, i processi affinché possano essere considerati rispondenti alla “regola d’arte”. A tale proposito giova ricordare che la legge 186/1968 riconosce alle norme Cei la presunzione stessa di “regola d’arte”. Altra funzione è quella di fissare criteri, metodi di prova e limiti finalizzati al raggiungimento di precisi standard qualitativi, di sicurezza e di affidabilità. L’attività normativa Cei è stata intensa e crescente: negli ultimi vent’anni si è passati da 70 a 350 norme all’anno. Le pubblicazioni possono assumenre la forma di Norme, Norme sperimentali, Guide, Fogli di interpretazione, Varianti etc.; il Cei pubblica, inoltre, rapporti tecnici, dizionari, manuali, commentari, studi scientifici. Le prospettive della normazione, nell’opinione di Masetti, devono tener conto di rinnovate esigenze di restringimento dei tempi di preparazione delle norme e di contenimento, da parte delle aziende, delle risorse umane ed economiche. Se nel recente passato la distribuzione in formato elettronico delle normative e delle informazioni è stato senz’altro un passo importante, le nuove tecnologie oggi devono consentire lo svolgimento di riunioni a distanza e la condivisione in tempo reale delle informazioni.
Il Ct 308
Pier Paolo Prencipe ha illustrato il lavoro del Comitato Tecnico di cui è Presidente, il Ct 308, operativo già da vari anni sotto un altro codice, che si occupa di valutare i possibili impatti ambientali che i materiali e i componenti elettrici producono sull’ambiente durante il loro ciclo di vita. Scopo di questo Comitato è l’inserimento nelle Norme Cei dei requisiti il cui rispetto consenta di evitare o ridurre l’impatto ambientale. L’attività del comitato si basa da un lato sulla legislazione nazionale (il decreto legislativo 22/97 noto come Decreto Ronchi), dall’altro sulle bozze delle Direttive europee, attualmente in fase di discussione, Weee (Waste of Electrical Electronic Equipment) ed Eee (Electrical Electronic Equipment). Frutto del suo lavoro sono prevalentemente Guide destinate agli altri Comitati e agli operatori industriali. L’approccio della Commissione Europea fatto proprio dal Ct 308, che prende la sigla Ipp (Integrated Product Policy), si propone di integrare la valutazione delle problematiche ambientali nell’intero ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione allo smaltimento. Dopo l’uscita, in sede europea, di un “libro verde”, tuttavia, la Commissione ha dovuto prendere atto delle difficoltà di sviluppare norme specifiche, per cui ha rimandato sine die la redazione del previsto “libro bianco” e ha intrapreso la strada della pubblicazione di vere e proprie case history, casi applicativi di successo della gestione del ciclo di vita del prodotto in maniera eco-compatibile. Partner principale i sede europea del Ct 308 è il Bt Wg 58-3, comitato tecnico del Cenelec che si occupa di “standardizzazione ambientale”, attraverso la creazione di una base dati, il monitoraggio della produzione normativa dei vari Enti di standardizzazione e lo studio del corpo normativo destinato alla futura Direttiva Eee.
Le attività di smaltimento dell’Ict
L’intervento di Paolo Pipere, responsabile del Servizio Ambiente e Qualità della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Milano, scende diritto al centro del problema. La crescita dei consumi di apparecchiature elettriche ed elettroniche è stata fortissima, con conseguenze rilevanti in termini di accumulo di rifiuti generati, considerato la sempre più rapida obsolescenza di queste tipologie di prodotto. Le conseguenze dell’incremento dei rifiuti sull’ambiente ricadono su maggiori emissioni contenenti cadmio, nonché di emissioni di diossine e furani; ma notevoli problemi deriverebbero anche dagli effetti tossici ed eco-tossici del piombo, particolarmente presente nei prodotti destinati all’elettronica di consumo e alla lisciviazione del mercurio: il 22% del consumo mondiale di mercurio è imputabile alla produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche; ulteriori problemi sono dovuti agli eteri di difenile polibromurati. L’Unione Europea si è mossa proponendo una direttiva sulla gestione dei rifiuti e una direttiva sulla restrizione dell’uso di certe sostanze pericolose. In merito a queste proposte si è attivato il complesso meccanismo di co-decisione tra Consiglio e Parlamento, che solo il 10 aprile di quest’anno ha approvato, emendandole, le proposte del Consiglio. L’obiettivo è, comunque, quello di favorire il riciclaggio e il riutilizzo, o comunque una procedura di smaltimento ecocompatibile. Le strategie per ottenere i risultati sperati spaziano dalla prevenzione alla fonte (il problema culturale del Design for Environment, la progettazione ecologica), al bando di determinate sostenze, alla definizione di obiettivi minimi di reimpiego, riciclo e recupero. Quanto al nostro Paese, il decreto legislativo 22/1997 si è occupato della questione stabilendo modalità e strategie per la tutela dell’ambiente, arrivando a ipotizzare, per i casi di persistenti problemi, un sistema di cauzioni obbligatorie all’acquisto pari al 10% del prezzo, per un massimo di 103,29 euro. Il campo di applicazione della legge italiana, tuttavia, non è ambizioso come quello delle Direttive europee, includendo solo il comparto degli elettrodomestici cosiddetti “bianchi” (lavatrici, lavastoviglie, frigo etc.), Televisori, Pc e condizionatori d’aria.