La produzione italiana è calata del 48,3% rispetto al 2008. Analogo l’andamento dell’export (meno 48,7%), un dato particolarmente rilevante se si pensa alla forte propensione alla esportazione delle nostre imprese.
L’importazione è diminuita del 40,6%, valore che porta la bilancia commerciale ad attestarsi a un meno 50% netto rispetto al 2008 e il consumo apparente a ridursi del 46%. Dati fortemente negativi, sui quali si teme che ben poca influenza potranno avere i risultati messi a segno negli ultimi mesi dell’anno, attualmente ancora in fase di valutazione ma che paiono indicare un piccolissimo “rimbalzo”.
Un altro dato che contribuisce a definire i difficili contorni della situazione viene dall’analisi del ricorso alla cassa integrazione ordinaria, strumento al quale, dato aggiornato al novembre 2009, ha avuto accesso il 50,5% delle imprese, contro il 10,8 del 2008 (6,8% delle imprese hanno fatto ricorso anche alla cassa integrazione straordinaria, mentre nel 2008 nessuna ne aveva avuto la necessità). Nei prossimi dodici mesi il 43,7% farà certamente ricorso alla ordinaria, il 13,6% alla straordinaria, con una significativa quota di imprenditori che ancora non ha deciso cosa farà (il 27,2% del campione per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, il 30,1% per la straordinaria).
E per quanto riguarda il 2010 appare francamente molto difficile fare delle previsioni, alla luce di una tendenza delle imprese a non pronunciarsi a proposito di quelle che saranno le reali possibilità di ripresa nei prossimi dodici mesi. Dalle consuete analisi compiute dall’Ufficio studi emerge, infatti, una risposta decisamente disomogenea. Ci si attende una crescita di qualche punto percentuale – fra il 5 e il 10% – rispetto a quello che sarà il consuntivo 2009, grazie soprattutto all’atteso recupero di alcuni mercati esteri (soprattutto Stati Uniti, Spagna e Russia) che lo scorso anno sono stati maggiormente colpiti dalla crisi economica rispetto al nostro Paese.
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