Secondo uno studio di Deloitte, all’inizio del 2020 le prospettive per l’industria aerospace a livello internazionale erano positive e migliori rispetto all’anno precedente, sia riguardo la costruzione di nuovi aeromobili ad uso commerciale, sia per la parte difesa. L’arrivo della pandemia ha però stravolto queste previsioni, ed oggi gli addetti ai lavori ritengono che la ripresa del settore si vedrà nel 2023. Pur se fortemente penalizzato dalla situazione l’aerospace rimane un settore strategico, globale e caratterizzato da forti investimenti capaci di creare significativi effetti moltiplicatori, sviluppando importanti competenze, un’industria dove tecnologie che nascono al suo interno hanno poi ricadute sulla nostra vita quotidiana in settori quali le protesi ortopediche, la diagnostica per immagini, attrezzature sportive, fotocamere per cellulari, isolanti termici, lubrificanti fino alla digital economy e ai big data.
L’industria aerospaziale italiana si posiziona al settimo posto nel ranking mondiale e al quarto in Europa, ha forti tradizioni e alcune aziende del nostro Paese sono importanti player mondiali del settore. È rappresentata da circa 4000 aziende, il 90% delle quali possiede meno di 50 dipendenti, ma seppur di ridotte dimensioni sono capaci di investire, innovare, generare indotto e creare valore aggiunto. Uno studio dell’ASI Agenzia Spaziale Italiana e dell’Università Roma 3 ha evidenziato come 1 euro investito nelle attività spaziali ne produce 11 di ritorno economico sul territorio, così come dal punto di vista tecnologico, altri settori beneficino delle tecnologie nate in questo ambito. Il settore italiano dell’aerospace è composto da organizzazioni attive nella progettazione di componenti, sistemi, apparati ed equipaggiamenti, da aziende impegnate in lavorazioni in additive manufacturing e altre che realizzano componenti in materiali compositi, oltre che da organizzazioni impegnate nei sistemi di controllo e comunicazione, in sistemi di spedizione e logistica specializzata, con circa il 70% delle loro produzioni che sono destinate ai mercati esteri.
TÜV Italia offre un ampio range di servizi tecnici alle aziende aerospace, dai controlli non distruttivi e altri test per quelle impegnate nel processo di additive manufacturing effettuati da Bytest, passando per le prove di vibrazione e di pyroshock della divisione Product Service, anche queste, come quelle di Bytest, realizzate nei nuovi laboratori del Gruppo a Volpiano, a cui si aggiungono le certificazioni di Sistema di Gestione Qualità in accordo alle serie AS/EN 91xx rilasciate dalla divisione Business Assurance, fino alle attività formative di Akademie.
“I controlli non distruttivi, condotti da Bytest nell’ambito aerospaziale sono simili alle metodologie comuni in tutti i settori. La peculiarità del settore aerospaziale è la sensibilità di ispezione orientata nella rilevabilità di indicazioni di dimensione minime soggette alle condizioni di utilizzo della parte e dei materiali utilizzati, specifici del settore aerospaziale, quali alcune leghe specifiche di Alluminio, Titanio e Composito”, dichiara Valter Capitani, Direttore Tecnico della società.
L’additive manufacturing, essendo un nuovo processo produttivo utilizzato anche in ambito aerospace, determina anche uno sviluppo delle tecniche di ispezione in relazione alle discontinuità che tale processo genera. Nel caso di parti metalliche viene utilizzata la Tomografia Computerizzata (TC), per determinare le caratteristiche delle discontinuità presenti in termini di natura, dimensioni ed orientamento delle stesse. Il tutto finalizzato a determinare quale metodo e tecnica fosse la più adatta per il rilevamento delle suddette discontinuità nei processi di controllo industriale.
Essendo la Tomografia, in termini di tempi di ispezione, molto onerosa, si rende necessario mettere a punto metodologie con tecniche appropriate che siano vantaggiose in termini produttivi per ispezionare il volume e la superficie del prodotto.