“La situazione è di una gravità inimmaginabile – ha dichiarato Walter Pilloni, uno dei portavoce del gruppo delle aziende sopravissute -, le aziende del nostro comparto lamentano un ulteriore calo di ordini in questi primi mesi del 2009 e verosimilmente molte non arriveranno a vedere la fine del primo semestre. Ciò significa che saremo obbligati ad acquistare quei pochi circuiti stampati di cui il nostro Paese avrà bisogno dalla Cina o dall’India; una vera disgrazia dal punto di vista tecnologico, logistico e del servizio. Perdere questa tecnologia ci renderà vulnerabili e succubi delle regole di un mercato fuori dal nostro controllo, con tutte le conseguenze che questo comporterà”.
Oltre alla perdita di posti di lavoro e alla chiusura di molte aziende, rimane il grosso problema legato alla perdita del know how tecnologico faticosamente conquistato e consolidato in 40 anni di attività che, negli anni Novanta, aveva portato l’Italia a conquistare il secondo posto, dopo la Germania, per capacità produttiva.
Per tentare di contenere questa inarrestabile discesa, gli imprenditori del settore hanno partecipato, mercoledì 11 febbraio, a un incontro organizzato da Assodel (Associazione fornitori di elettronica recentemente entrata in Anie) presso il Crown Plaza Hotel durante il quale è stato deciso di dare vita al Gruppo PCB all’interno di Assodel-Anie al fine di aumentare la propria rappresentatività e visibilità.
“Come Gruppo PCB (Produttori circuiti stampati) chiederemo alle istituzioni nelle sedi appropriate che siano attivate delle misure immediate a sostegno e salvaguardia del nostro comparto produttivo”- ha detto ancora Pilloni.