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Google Car: dove va il futuro dell’automotiveERT

Dai motori di ricerca alla gestione dei documenti, dalla navigazione satellitare alla posta elettronica, Google da sempre propone e sostiene l’utilizzo di prodotti dedicati al mondo dell’interconnessione multimediale dei servizi. Stavolta però il colosso californiano ha fatto di più: le sette vetture di prova Google Car, a marchio Toyota Prius, sono in grado di guidarsi da sole nel traffico e hanno percorso finora 1.600 km in autonomia e senza incidenti. Grazie a una doppia telecamera sul tetto, a una serie di sensori e a un software ad hoc, infatti, i veicoli possono svolgere da soli tutte le operazioni altrimenti affidate al guidatore, così il ‘personale’ viaggiante, è a borso nella sola veste di passeggero.

Non è in realtà la prima volta in assoluto che si sente parlare ci auto-autoguidata, potremmo però essere di fronte al primo prototipo di auto-robot effettivamente funzionante e utilizzabile. Del resto, è sogno di molti potersi ‘cullare’ nei comfort offerti da ‘Supercar’, l’auto intelligente e superaccessoriata dell’omonimo telefilm americano degli anni Ottanta. Qualcosa di simile, in realtà, è disponibile già oggi o lo sarà in un futuro non troppo lontano. Innanzitutto, il controllo vocale dei comandi: la voce è il mezzo più efficiente per evitare l’uso dei comandi manuali e il riconoscimento vocale è diventato una priorità per la quarta generazione di sistemi d’infotainment, a partire dal navigatore. Lo stesso dicasi del lettore vocale per email, visualizzate in contemporanea sul display. Lo SplitView realizzato da Mercedes, per esempio, mostra la mappa del satellitare affiancata a un video. Le funzioni di Eye Camera prevedono l’installazione di telecamere, che leggono i segnali stradali e inviano le indicazioni rilevate sui limiti di velocità e i divieti di accesso alla strumentazione; inoltre, mettono in guardia il guidatore se ha invaso la corsia di emergenza. Sempre in relazione alla sicurezza, esisteono funzioni di blind spot detection, tramite sensori per rilevare gli angoli in cui manca la visibilità, e un sistema di rear vision camera, una telecamera che controlla il traffico che segue la vettura. La nuova Ferrari 599 Gto, per esempio, integra un’interfaccia uomo-macchina che fornisce ogni istante al guidatore informazioni utili.

Nel campo delle Apps per cellulare e PC sono previste svariate funzioni di controllo (autonomia, regolazione di temperatura interna, verifica della carica della batteria del veicolo e altre). Last but not least, la chiave della macchina può trasformarsi in una comoda carta di credito, per effettuare micropagamenti.

I sistemi informativi e d’intrattenimento costituiscono uno dei punti focali della ricerca di soluzioni innovative in ambito automotive. iSupply ha analizzato l’evoluzione dell’hardware per infotainment automotive negli ultimi 13 anni, raggruppati per tipologia in tre generazioni: blocchi di hardware dedicato, architettura distribuita basata su bus, sistemi altamente integrati finalizzati alla navigazione. Il nuovo paradigma, la quarta generazione, è totalmente basato sul software, quindi permette la creazione di funzionalità particolarmente numerose, ed è caratterizzato da sistemi user-defined (o consumer-driven). Si tratta di una piattaforma industriale molto ampia, senza limiti per tipologia di caratteristiche, con componenti hardware e software simili a quelle utilizzate normalmente (tablet PC, smartphone ecc.), che rappresentano un corredo di infotainment molto ricco.

Se la vettura di Google sarà prodotta in serie è ancora presto per dirlo. Fatto sta che durante tutti i chilometri di prova (224.000 con l’assistenza di un tecnico) si è verificato un solo tamponamento, dovuto alla responsabilità di un automobilista che non ha rispettato la distanza di sicurezza.

L’intero articolo dedicato al mercato dell’automotive, a cura di Polly McGallagher, sarà sul prossimo numero Novembre-Dicembre di Automazione Oggi.

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