Nel secondo trimestre 2008, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre ha segnato un incremento dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2007. In ragione di ciò, il valore assoluto dell’indice si assesta a 95,1 il più alto se confrontato con l’indice assoluto relativo allo stesso trimestre degli anni precedenti a partire dal 2001.
Il timido incremento, che indica sostanziale stabilità, segnato dall’indice nel secondo trimestre è stato determinato dal buon andamento degli ordinativi raccolti sul mercato estero, cresciuti del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2007, per un valore assoluto dell’indice pari a 109,6.
Con particolare riferimento alla domanda straniera, i dati elaborati dall’Istat relativi alle esportazioni nei primi tre mesi del 2008 evidenziano un andamento a doppia velocità per le vendite dei costruttori italiani all’estero. Se da un lato i tradizionali mercati di sbocco dell’offerta di made in Italy settoriale sembrano rallentare gli investimenti: -6,2% le vendite in Germania, -11,5% quelle destinate agli Stati Uniti, -8,1% l’export in Francia, -34% quello in Spagna, dall’altro le aree emergenti paiono spingere sull’acceleratore. Crescono le vendite in: Cina (+4,8%), Russia (+23,1%), India (+158%) e Brasile (+93,7%).
Di segno opposto l’indice relativo agli ordini raccolti sul mercato interno in calo del 5,7% rispetto al periodo aprile-giugno 2007, per un valore assoluto pari a 76,5.
Giancarlo Losma, neopresidente Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, si dice moderatamente preoccupato per l’esito di questa rilevazione: “sebbene l’indice complessivo evidenzi una sostanziale stabilità, siamo allarmati per il brusco rallentamento degli investimenti sul mercato interno, segno dell’incertezza che aleggia sicuramente aggravata anche dai tentennamenti del governo in materia di politica fiscale”.
“Proprio questa situazione di incertezza sta creando timore presso le imprese manifatturiere che sembra abbiano cominciato a diradare gli investimenti in beni strumentali. Occorre dunque – ha affermato Giancarlo Losma – che siano al più presto sciolti i dubbi e le riserve relative alla definizione del documento di programmazione economica che tanta apprensione sta generando presso gli attori del sistema”.
“Oltre a ciò – ha proseguito Losma – riteniamo indispensabile non a solo beneficio del settore della macchina utensile, robotica e automazione, ma dell’intero sistema industriale del paese, l’introduzione immediata del provvedimento degli ammortamenti liberi. Con il metodo dell’ammortamento libero – ha rilevato il presidente Ucimu-Sistemi per Produrre – si suppone che il bene venga ammortizzato completamente il primo anno. Dal confronto tra il sistema tradizionale, attualmente in vigore, e quello da noi proposto, emerge chiaramente come il gettito fiscale dovuto alle casse dello Stato rimanga invariato nel medio periodo qualsiasi sia il sistema utilizzato”.
“Più nel dettaglio, l’intervento che noi proponiamo prevede l’ammortamento libero per ordini di macchinari acquisiti nei sei mesi successivi all’introduzione del provvedimento con consegna del bene entro i ventiquattro mesi successivi”.
“La sostituzione del sistema tradizionale con quello libero – ha aggiunto Giancarlo Losma – provoca soltanto una traslazione delle entrate dell’erario dai primi agli ultimi anni del periodo di ammortamento del macchinario. A fronte di ciò, il beneficio che ne deriverebbe è decisamente rilevante poiché tale provvedimento funge da stimolo a nuovi e continui investimenti in beni strumentali, innescando un sistema virtuoso che assicura: continuo aggiornamento delle tecnologie di produzione, mantenimento della competitività dell’industria e sempre nuova spinta ai consumi interni, con positiva ricaduta sull’economia del paese”.
“Se poi tale misura non potesse essere attuata, chiediamo almeno che il coefficiente tabellare, fermo dal 1988, sia immediatamente alzato almeno al 25%. In questo modo sarà possibile ammortizzare un bene strumentale in quattro anni”.
“D’altra parte, l’eccessiva incertezza che da sempre caratterizza la domanda interna, particolarmente esposta a repentini mutamenti, ci rende consapevoli di quanto sia importante investire sul mercato estero. A questo proposito, chiediamo alle autorità di governo di considerare con particolare attenzione tutte quelle misure che possano favorire l’internazionalizzazione delle imprese. In merito a ciò – ha affermato Giancarlo Losma – Ucimu-Sistemi per Produrre ha elaborato una proposta, presentata la scorsa settimana agli organi di governo, che prevede la possibilità di accantonare in un fondo specifico, “Fondo formazione risorse umane”, una percentuale dell’imposta Irap sul personale pari alla quota di fatturato destinata dall’azienda ai mercati stranieri. Tale fondo dovrà essere utilizzato dall’azienda entro i due esercizi successivi all’accantonamento e sarà necessariamente destinato allo sviluppo di temi volti al miglioramento delle competenze del personale per l’attività di internazionalizzazione svolta dall’impresa”.
“L’attuazione di tale provvedimento – ha concluso Losma – consentirebbe alle aziende di realizzare un’attività di formazione continua del proprio personale che risulterebbe in linea con le esigenze di aggiornamento dovute alla continua evoluzione del contesto operativo, assicurando quindi l’incremento della competitività dell’impresa, il rafforzamento del settore e, di conseguenza, dell’intero sistema industriale del paese”.