L’approccio multidisciplinare al fenomeno della digitalizzazione, il nuovo ruolo giocato dai player dell’automazione e della meccatronica e dai produttori di tecnologia al servizio dell’industria, le sfide della trasformazione delle fabbriche in ottica 4.0. Sono solo alcuni dei temi affrontati durante il recente Forum Meccatronica, mostra-convegno ideata da Anie e organizzata in collaborazione con Messe Frankfurt Italia, giunta alla sua quinta edizione, che ha avuto luogo al CNH Village di Torino il 26 settembre scorso.
Tra i relatori, nel ricco programma di conferenze, anche Alessandro Ferioli, Industry 4.0 Project Leader di Festo Italia, il cui intervento ha messo l’accento sulla “Administration Shell”, ossia la capacità degli anelli della cosiddetta “value-chain” di collaborare e condividere dati e informazioni per produrre valore aggiunto.
Secondo Ferioli “sta nella capacità di collaborare e condividere le informazioni per portare benefici ad ogni step della value-chain la vera forza rivoluzionaria di Industry 4.0”. Anche in quest’ottica i produttori di tecnologia sono chiamati ad interrogarsi ad un livello superiore. “Se prima il focus erano i prodotti – ha spiegato Ferioli – adesso è necessario ragionare sui servizi che i prodotti possono offrire. In questo senso possiamo ragionare di servitizzazione, ossia di sviluppare servizi alla base della vendita di prodotti. Ecco che, seguendo questa logica, espressioni come condition monitoring, predictive maintenance, energy efficency acquisiscono un senso compiuto e soprattutto diventano effettivi benefici per tutta la catena del valore”.
“I player dell’automazione – ha proseguito Ferioli – hanno la responsabilità di rispondere alle nuove esigenze dell’era digitale in tutte le fasi di sviluppo delle macchine, dalla progettazione alla manutenzione dell’impianto. Non si può escludere da questa rivoluzione l’automazione, già presente negli impianti produttivi. Il revamping in questo senso ritorna ad essere strategico nella logica degli investimenti di uno stabilimento”.
Lavorare in un network, ognuno con precise responsabilità e con compiti di condivisione, necessita di nuove interfacce dedicate, per questo “Festo sta lavorando su dashboard sempre più innovativi e che siano la rappresentazione più utile della Administration Shell di cui parlavo, un luogo virtuale in cui condividere informazioni e costruire, se necessario, un Digital Twin dei macchinari e delle smart factory”.
La digitalizzazione non ha però messo a rischio in alcun modo il concetto per cui l’asset fondamentale di ogni plant è quello rappresentato dalla forza lavoro. In particolare, secondo Festo, “la digitalizzazione rivaluta il ruolo dell’IT che deve riqualificarsi ed entrare in contatto con la realtà, comprendere le esigenze aziendali e produttive e lavorare sull’aggregazione dei dati in modo funzionale all’azienda”.
Ma l’expertise degli operatori fa la differenza, come dimostra il caso del technology plant Festo a Scharnhausen, dove “sono le macchine a chiamare gli operatori – ha spiegato Ferioli – avvisando di eventuali malfunzionamenti o errori l’operatore stesso che, dotato di tablet, può intervenire o verificare la disponibilità di pezzi a magazzino”. Un esempio di come investire sulla tecnologia digitale non significhi rinunciare alle competenze umane. “E’ sempre seguendo questa logica – ha concluso Ferioli – che in Festo a Scharnhausen si è destinata una grande porzione di plant ad una vera e propria learning factory, in cui gli operatori possano esercitarsi ed anche avere la possibilità di sbagliare”.