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Fashion: digitalizzare per ridurre gli sprechiERT

Nonostante la moda sia per sua natura effimera, l’impatto ambientale che crea risulta a lungo termine. Regolarmente criticata per i rifiuti che genera su scala globale, l’industria del fashion viene giudicata anche per l’inquinamento causato dalla produzione stessa dei capi di abbigliamento. L’attenzione su questi temi sta crescendo, non solo tra i consumatori, ma anche tra gli operatori di settore, per i quali limitare gli sprechi di materiale, le scorte eccessive e l’invenduto diventa una priorità anche dal punto di vista finanziario. Applicando e integrando nuove tecnologie (intelligenza artificiale, Industria 4.0, connessioni tra gli attori della filiera ecc.), il settore moda può ridurre significativamente il consumo di materiali e limitare il rischio di stock invenduti.

La sfida della sala taglio: impiegare meno materiale per produrre un capo

Il consumo di materiali da parte dei produttori ha un impatto ambientale significativo: per la maggior parte dei modelli, infatti, rappresenta oltre il 90% delle emissioni di CO2 generate durante l’intero ciclo di vita di una sala taglio. Quando si pensa ai rifiuti tessili, difficilmente si guarda ai ritagli della produzione, eppure questi rappresentano tra il 10% e il 15% del consumo totale di materiale. Ogni millimetro di tessuto risparmiato fa quindi la differenza per i produttori che puntano a limitare gli sprechi, in ottica di riduzione del proprio impatto ambientale. È quindi fondamentale adottare le tecnologie adeguate, grazie a software e attrezzature che consentano di risparmiare materiale durante l’intero workflow. Durante quindi la fase di preparazione è possibile servirsi dell’AI per ottimizzare il piazzamento dei pezzi da tagliare. Le aziende di moda che si affidano a software di piazzamento automatizzato possono non solo ridurre la quantità di materiale utilizzato, ma anche stimare a monte l’esatta quantità di quello necessario, evitando scorte o carenze. Tali strumenti offrono la possibilità di utilizzare la prototipazione 3D per favorire la collaborazione da remoto ed evitare consumi e trasporti inutili. Durante invece il processo di taglio, lo stesso software può essere utilizzato per limitare o eliminare lo spazio richiesto tra i pezzi. Grazie a scanner integrati e sensori di immagine all’avanguardia, la soluzione può facilitare la gestione dei pattern sui tessuti stampati e anticipare possibili distorsioni nel materiale per ottimizzare il taglio, riducendo gli scarti. Infine, adattandosi a tutti gli spessori, i sistemi di taglio facilitano l’adattamento dei volumi di produzione in base alle variazioni della domanda e dei volumi ordinati.

Produzione on-demand per limitare l’invenduto

Ridurre lo spreco di materiale implica anche circoscrivere il volume dei capi invenduti o di quelli prodotti in eccesso rispetto alla domanda, che resterebbero in magazzino per un lungo periodo prima di essere acquistati o distrutti: un impatto finanziario e ambientale enorme se non si ripensano le modalità di produzione. I progressi tecnologici stanno aprendo possibilità prima impensabili. Le soluzioni automatizzate di analisi competitiva, basate su algoritmi di AI, forniscono ai brand di moda informazioni accurate, che non si potrebbero ottenere con il solo benchmarking manuale. Possono scoprire quali categorie di capi, modelli, colori e accessori siano i best-seller, consentendo ai marchi di ottimizzare posizionamento e prezzi rispetto ai competitor e di prendere decisioni informate. Si tratta di un monitoraggio completo, fondamentale per evitare la sovrapproduzione. Oggi esistono soluzioni che consentono di automatizzare la produzione on-demand, dalla ricezione dell’ordine al taglio, per gestire la produzione personalizzata, su misura e di piccole serie. La chiave risiede nella flessibilità dei sistemi di produzione, in grado di adattarsi a qualsiasi tipo e volume di ordini e al rilevamento automatico e tempestivo dei difetti di un tessuto già nel ciclo produttivo.

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