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Di qui al 2035: i futuri desiderabili dell’Osservatorio FuturesERT

Nel 2035 la maggior parte delle tecnologie sarà intelligente e generativa, in grado di rendere più efficienti le attività e migliorare il benessere delle persone, dalla cura personale all’alimentazione, dall’intrattenimento alla socialità.

Oltre all’Intelligenza Artificiale Generativa, altre tecnologie emergenti potenzieranno molte esperienze della quotidianità. Ad esempio, una combinazione di AI e realtà immersiva consentirà di valutare e scegliere l’abitazione dove trasferirsi in un altro Paese sulla base di passioni, interessi e routine di ogni persona. Gli stili alimentari e le attività sportive saranno suggeriti da assistenti digitali in grado di monitorare i livelli di benessere individuali.

La capacità di accoglienza delle città sarà potenziata da piattaforme digitali e fisiche intelligenti in grado di aumentare l’accessibilità dei servizi sociali, consentire l’identificazione di opportunità lavorative, abilitare il supporto reciproco tra cittadini, facilitare la fruizione dei servizi sanitari, attraverso un vero e proprio marketplace per connettere cittadini, offrire e cercare beni e servizi, segnalare eventi di aggregazione sociale. In tali futuri desiderabili, anche la relazione con l’attività lavorativa sarà contraddistinta da maggiore varietà consentendo a ciascun individuo di coltivare diverse occupazioni e quini costruire un’identità poliedrica.

L’Osservatorio

Nella prima edizione dell’Osservatorio Futures – Sense Making by System Thinking della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno “Imaging Distant Futures: Human Wellbeing in the era of Intelligent Technologies (2035)”, i ricercatori hanno provato a immaginare nuovi futuri distanti negli ambiti Purposeful Nest, Meaningful Production e Relational Proximity.

Mentre i futuri vicini prendono spunto da fenomeni attualmente visibili e robusti (per esempio, trend tecnologici, dinamiche di mercato), i futuri distanti si basano da un lato sull’intelligenza collettiva nel riconoscere segnali deboli e sorprendenti, dall’altro sull’immaginazione morale. In altre parole, i futuri distanti emergono da un atteggiamento progettuale nei confronti del futuro. In questo primo anno di ricerca l’Osservatorio si è concentrato sul concetto di Human Wellbeing.

Take aways

“In contesti fortemente volatili, incerti, complessi e ambigui come quelli attuali è richiesto ai leader, innovatori e organizzazioni di progettare con responsabilità e proattività futuri desiderabili, piuttosto che adattarsi a futuri emergenti a cui reagire una volta che si sono espressi” spiega Claudio Dell’Era, Direttore dell’Osservatorio Fututres – Sense Making by System Thinking. “Le organizzazioni devono prendere decisioni su dove investire le proprie risorse e su quali ambiti approfondire, non considerando solo le alternative esistenti, ma anche immaginando e agendo verso futuri a cui contribuire in maniera responsabile e consapevole. L’Osservatorio Futures ha l’obiettivo di sperimentare e promuovere approcci progettuali ed innovativi verso la costruzione di futuri desiderabili”.

“In questa prima edizione dell’Osservatorio ci siamo concentrati sul tema del benessere umano nell’era delle tecnologie intelligenti” dice Emilio Bellini, Direttore dell’Osservatorio Futures – Sense Making by System Thinking. “Viviamo in una società digitale in cui le tecnologie digitali vengono tutte utilizzate per lavorare, monitorare la salute, le abitudini e rimanere connessi. Considerando solo la sfera sanitaria, l’attenzione si è spesso concentrata sulle malattie piuttosto che sulla persona nella sua interezza, puntando all’efficienza del servizio. Le persone stanno però spostando la loro attenzione dai risultati clinici ai risultati desiderati e personalizzati di lunga durata. Mettere la persona al centro è il primo passo verso una salute e un benessere a misura d’uomo”.

“La crescente complessità delle sfide dell’innovazione comporta che le organizzazioni debbano sviluppare capacità di pensare al futuro non solo per anticipare le esigenze in evoluzione dei clienti, ma anche per progettare strategie per un futuro desiderabile per gli individui e la società” dice Stefano Magistretti, Direttore dell’Osservatorio Futures – Sense Making by System Thinking. “È essenziale che le organizzazioni considerino entrambe le alternative esistenti e immaginino le possibilità future quando sviluppano nuove strategie. Saranno necessari nuovi paradigmi, maggiormente riflessivi e progettuali, per affrontare problemi complessi ed articolati caratterizzati da molteplici stakeholder a un livello più sistemico”.

Grazie alla cooperazione con tredici organizzazioni provenienti da settori diversi l’Osservatorio Futures ha creato degli scenari di futuri possibili nel 2035 in diversi ambiti.

Benessere individuale

I futuri distanti nell’ambito Purposeful Nest enfatizzano la centralità del benessere personale, la necessità di coltivare un’identità multiforme, impegnandosi in più occupazioni, rifiutando identità ed etichette basate sulla carriera. Empatia, comunità e connessione umane autentiche diventano elementi fondamentali affinché i contributi individuali abilitino il raggiungimento di obiettivi collettivi. La tecnologia diviene il fattore abilitante per ogni scelta consapevole, utile a bilanciare differenti occupazioni, migliorare la comunicazione e rispettare privacy e legalità.

Lavoro di senso

I futuri distanti elaborati nell’ambito Meaningful Production prospettano nel 2035 ambienti di lavoro più appaganti, supportati da modelli ibridi e dall’intelligenza artificiale. Il futuro delle organizzazioni dipenderà dalla capacità di diventare luoghi di apprendimento permanente, promuovendo un cambiamento culturale basato sui valori e il merito. Il tempo del lavoro e della vita personale saranno sempre più integrati, senza distinzione rigida: le aziende dovrebbero creare le condizioni perché le persone possano armonizzarli il più possibile e utilizzare la tecnologia per liberare gli individui da attività senza valore.

Relazioni personali

Nell’ambito Relational Proximity emerge l’esigenza di un rapporto più equilibrato tra uomo e natura, in cui la tecnologia favorisca da un lato le connessioni fisiche e il benessere personale, e dall’altro divenga fondamentale anche per perseguire un maggiore rispetto dell’ambiente. Le persone chiederanno più responsabilità nelle politiche industriali e nelle politiche sociali a livello locale, verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile. Si affermerà il concetto di inclusività a tutto tondo, nel promuovere l’innovazione guidata da uno scopo per contribuire allo sviluppo umano.