Oggi stiamo producendo una quantità enorme di dati (a livello personale e professionale), la maggior parte dei quali viene elaborata in vario modo, archiviata e recuperata su richiesta. Di conseguenza, il settore dei data center è cresciuto e continua a crescere in modo esponenziale.
Un tempo si riteneva che i data center fossero organizzati in modo centralizzato. Erano raggruppati in gruppi e dislocati intorno a quattro città, almeno per lo spazio europeo: Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi. Così è nato il mercato FLAP. La domanda ha infranto questa limitazione e i cluster sono aumentati fino a includere città come Dublino, Marsiglia, Lisbona, Berlino, Madrid, Milano e Varsavia.
L’elenco continua a crescere e questo fenomeno non è affatto limitato all’Europa. Negli ultimi 20 anni è aumentata a dismisura la capacità delle reti di comunicazione, con la nascita e l’adozione dei dati in mobilità e del cloud che hanno contribuito a incrementare enormemente il traffico. L’architettura attuale e futura delle reti, siano esse reti mobile o cablate, prevede un sempre maggior numero di punti nodali e critici.
Queste installazioni, troppo numerose per essere citate, sono generalmente considerate al servizio di una funzione particolare. Ad esempio, un sito di amplificazione della linea (ILA) viene creato per amplificare o riprodurre un segnale su una lunga distanza; un nodo di aggregazione viene progettato per consolidare e disperdere le linee in fibra in una città; una Cable Landing Station (CLS) viene realizzata come punto di accesso per un cavo sottomarino per servire un nuovo sito o aumentare la capacità di un territorio esistente. In tutti i casi, la presenza di una infrastruttura ha uno scopo primario ed è stata opportunamente dimensionata.
La decentralizzazione
Il principio dell’architettura decentralizzata va ben oltre la semplice realizzazione di ulteriori data center.
Il fenomeno si sta diffondendo nelle stesse strutture di telecomunicazione per due ragioni principali: la prima è che lo spostamento di grandi quantità di dati tra i data center sta diventando inefficiente e comporta un inutile sovraccarico delle reti. La seconda, è la stessa infrastruttura.
Le nuove tecnologie vengono implementate all’interno degli impianti, con conseguente aumento della densità dell’hardware. Ciò che un tempo richiedeva diverse serie di rack, oggi può essere contenuto in pochi rack, con un enorme risparmio di spazio fisico. Di conseguenza, i dati possono essere memorizzati nella memoria cache tra i data center all’interno della rete stessa e lo spazio disponibile può essere riutilizzato come ‘spazio virtuale’ per i proprietari dei dati elaborati e archiviati.
Edge Computing
L’ attività di elaborazione e storage degli utenti può occupare lo stesso spazio all’interno delle stesse strutture della rete. Si può parlare di “Edge Computing” o di moltiplicazione del ‘processing’. In ogni caso, alla fine saturerà la rete e sarà difficile capire dove finisce la rete e dove inizia il data center.
In Vertiv non parliamo di funzionalità, ma solo di infrastrutture, ognuna con le proprie capacità e dimensioni in rapida evoluzione.
Riprendendo gli esempi citati in precedenza, vi sono casi in cui i siti ILA sono passati da una capacità originaria di circa 3kW, che occupava meno di un singolo rack, a una quantità superiore a 10 volte, che richiede da cinque a otto rack di spazio per il data caching degli utenti. Le moderne CLS, spesso incorporano un data center brick&mortar e con tale integrazione diventano uno snodo ancora più critico direttamente sul mare.
In termini dimensionali, una CLS vede crescere la propria domanda di capacità da 100 kW a diversi MW, aggiungendo file di spazio virtuale alla sua struttura. Lo stesso sito, dunque, mantiene le sue dimensioni fisiche originali ma viene internamente riconvertito per l’affitto di spazio virtuale con un diverso profilo energetico e termico.
Se si collabora con un’azienda che dispone di un ampio portfolio di prodotti e servizi, come Vertiv, tutto è possibile: dalla revisione delle tecnologie di alimentazione e raffreddamento, all’ ottimizzazione delle superfici, fino al miglioramento della gestione delle energie rinnovabili.