La ricerca “Global AI Adoption Index 2021” commissionata da IBM e condotta da Morning Consult in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito fotografa lo stato dell’arte nell’adozione dell’intelligenza artificiale da parte delle società europee e l’impatto che la pandemia Covid-19 ha avuto sulla pervasività di questa tecnologia.
Secondo la ricerca, più di un terzo (36%) dei professionisti IT afferma che la propria azienda ha accelerato il roll out (in marketing il lancio di un prodotto) dell’AI come diretta conseguenza della pandemia. Tuttavia, solo il 27% sostiene che la propria organizzazione ha effettivamente impegnato l’AI per il proprio business. Un ulteriore 44% degli intervistati riferisce che la propria azienda sta attivamente esplorando l’uso AI per le proprie attività.
Nel processo di valutazione del fornitore di AI, il 43% delle aziende ritiene che l’elemento cardine della propria scelta è la capacità di questa tecnologia evoluta di automatizzare i processi al fine di favorire e rafforzare il lavoro a valore aggiunto. Inoltre, come conseguenza diretta della pandemia Covid-19, più di un terzo (34%) dei professionisti IT europei ha scelto di utilizzare software o strumenti di automazione a supporto della produttività dei dipendenti. Infine, oltre un terzo dei professionisti IT europei (35%) dichiara che la propria azienda prevede di investire in applicazioni AI off-the-shelf (preconfezionate) nei prossimi 12 mesi.
Tra gli intervistati che hanno già investito in AI, e sono attualmente impegnati nella sua introduzione all’interno dei processi di business o comunque in una fase esplorativa, il principale motivo di interesse e preoccupazione è la necessità di generare fiducia nei risultati aziendali (72%). In questo gruppo di professionisti, il 57% ha evidenziato l’importanza di scegliere un fornitore di tecnologia con un forte ecosistema di software di terze parti e partner tecnologici.
“Le aziende di tutta Europa sono sempre più consapevoli che infondere l’AI e l’automazione nei propri processi aziendali può rendere l’organizzazione più resiliente, un risultato importante in grado di guidare l’accelerazione dell’AI e favorire la sua accettazione da parte di audience più ampie. Tuttavia, permangono alcune riserve che ne limitano la piena fiducia e adozione” afferma Jean-Philippe Desbiolles, Global Vice-President for Data, Cognitive & AI, Global Markets di IBM. “Le resistenze legate alla fiducia e alla mancanza di competenze, vanno superate: qualsiasi esitazione rischia di tramutarsi in un vantaggio commerciale per i competitor che hanno già iniziato il proprio viaggio nell’AI”.
L’indagine ha rilevato che il 38% dei professionisti IT europei sta attualmente utilizzando applicazioni di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e oltre un quarto (26%) ha riferito che la propria azienda progetta di adottarle nei prossimi 12 mesi.
L’AI è sempre più vista come una tecnologia rivoluzionaria, che trasformerà il modo in cui le aziende operano, ma alcuni aspetti ne frenano ancora l’adozione: il 38% ha citato l’apparente complessità dell’integrazione dell’AI nei sistemi aziendali esistenti; per il 33% la ragione principale è la mancanza di esperienza o conoscenze; il 29% ha identificato la crescente complessità dei dati e l’organizzazione in silos.
La proliferazione di dati all’interno di ogni processo aziendale comporta che oltre due terzi dei professionisti IT in Europa attingano da oltre 20 diverse fonti di dati per informare la propria AI. Quasi il 90% degli intervistati afferma che la capacità di eseguire i progetti di AI ovunque i dati risiedano è cruciale per favorire l’adozione della tecnologia.
Nonostante questi fattori, l’AI sta diventando sempre più accessibile: per il 41% degli intervistati la crescente accessibilità delle nuove soluzioni ha rappresentato un elemento determinante e può favorire un aumento dell’adozione della stessa.
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