Lo smart working è largamente diffuso in molti paesi europei e del Nord America. Da qualche settimana, sono molte le aziende e gli uffici che sono stati costretti a adottare questa forma di lavoro a distanza, fino ad oggi guardata con sospetto. Un provvedimento che si è reso necessario in risposta all’emergenza sanitaria del coronavirus.
Negli Stati Uniti la percentuale di lavoratori a distanza è arrivata al 37%, in Giappone al 30%, ma potrebbe crescere ancora, dal momento che lo smart working viene caldamente incoraggiato per ridurre gli spazi negli uffici. In Europa, la media dei lavoratori da remoto nei vari stati è del 17%, con l’Italia che costituiva il fanalino di coda, ferma al 7%.
Il nostro Paese, dunque, si trova ora alle prese con una modalità di lavoro che è poco famigliare alla maggior parte dei dipendenti e dei collaboratori, adottata per necessità, tra timori e riserve, che, però, in moltissimi casi si sta rivelando un’ottima scelta.
“Nella nostra azienda sono moltissimi i collaboratori a distanza e crediamo che si tratti di una formula di lavoro che, in molti casi, può presentare persino dei vantaggi per il lavoratore. Poi, come in ogni cosa, ci sono dei pro e qualche contro, ma in questo caso, i pro sono davvero vantaggiosi” hanno detto Peter Windischhofer, Kilian Kaminski e Jürgen Riedl, fondatori della startup Refurbed, che si occupa di prodotti tecnologici rigenerati ed equiparabili ai nuovi per prestazioni. “Tra i benefici che sono stati riscontrati nel brevissimo termine, c’è anche la riduzione delle emissioni di CO2, conseguenza dello spostamento con mezzo privato per recarsi sul posto di lavoro. Lo smart working, inoltre, sprona a lavorare per obiettivi, rendendo ognuno più consapevole e responsabile del proprio contributo. Certo, viene ridotto l’aspetto relazionale e il confronto di persona, elementi che sappiamo essere molto importanti, soprattutto per la cultura italiana, ma siamo certi che da queste esperienze potranno nascere degli interessanti spunti di crescita per le aziende. L’importante è affrontare il telelavoro con gli strumenti giusti”.
Ecco i CINQUE MUST-HAVE per lavorare da casa secondo Refurbed:
- Ovviamente, per prima cosa, serve una connessione Internet veloce e stabile per essere sempre reperibili. Può sembrare una cosa banale, ma non lo è affatto. L’ideale sarebbe poter contare su una banda larga con velocità consigliate di 1,5 Mbps /1,5 Mbps per download upload. Verificate i punti in cui la ricezione del segnale è migliore e, eventualmente, scollegate dal wi-fi tutti i dispositivi non necessari.
- Munirsi di buoni dispositivi elettronici, come tablet e portatili, che consentano di lavorare agilmente per molte ore al giorno. Per ridurre la spesa iniziale, senza dover scendere a compromessi con le prestazioni del dispositivo, è possibile scegliere prodotti ricondizionati, ma che siano come nuove, come quelli proposti da Refurbed. Per le aziende, inoltre, c’è un ulteriore risparmio sull’IVA, con sconti per chi acquista più dispositivi insieme.
- Dotarsi di una piattaforma di messaggistica istantanea e video chat, per comunicare in tempo reale con il team e condividere file. Alcuni esempi possono essere Slack, Mattermost, o i classici Skype e Google Talk. Ottima anche la piattaforma per videoconferenze Zoom. Meglio evitare WhatsApp per la condivisione di foto e video, rischierete di perdere parte della qualità dell’immagine.
- Prevedere una piattaforma per il lavoro condiviso online, che consenta ai dipendenti di lavorare contemporaneamente ad uno stesso progetto e organizzare i propri obiettivi mensili. Una buona idea può essere Asana.
- Spazio di cloud gestionale su cui immagazzinare in modo sicuro i file aziendali, che consenta l’accesso ai dipendenti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Si tratta di uno strumento di archiviazione indispensabile, per evitare di perdere documenti importanti, che dovrebbe essere adottato da tutte le aziende, a prescindere dalla modalità di lavoro.