In occasione dell’evento Manifattura 4.0 organizzato per la Milano Design Week da CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, il 7 aprile si è svolto negli spazi di Base il convegno a tema “Manifattura 4.0 Quale sfida per le Pmi?”.
Focus del progetto CNA è stato la rivoluzione industriale che annulla le differenze tra industria e servizi, tra produttori e consumatori, tra hardware e software. Manifattura 4.0 costituisce la più grande sfida dei prossimi anni – soprattutto per un paese manifatturiero come l’Italia – ed è strettamente connessa alle nuove politiche di rilancio del settore produttivo attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa.
La scommessa di CNA è proprio quella di raccontare le aziende manifatturiere che si stanno aprendo all’industria 4.0 e, partendo dall’esposizione al Fuorisalone, è già iniziato un percorso formativo che le accompagnerà nel loro processo di crescita e innovazione.
Il convegno è stato un primo e significativo step che ha fatto il punto su come le PMI devono e possono adeguarsi ai cambiamenti in atto. Sono intervenuti tra gli altri Marco Calabrò – Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione generale per la politica industriale, la competitività e le piccole e medie imprese, Paola Negroni – Dirigente Struttura Competitività, sviluppo e accesso al credito delle imprese/Regione Lombardia, Renato Galiano – Comune di Milano, Direttore Centrale politiche del Lavoro, Sviluppo Economico e Università, e Marco Leonardi – Consigliere economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Mario Pagani, responsabile Dipartimento Politiche Industriali CNA, ha stigmatizzato molto bene le due necessità primarie di questo cambiamento e di questo avvicinamento alla manifattura 4.0: la necessità di un approccio culturale pervasivo – poiché la quarta rivoluzione industriale riguarda le Con il Patrocinio di imprese di tutti i settori – e la velocità, ossia la capacità di adeguarsi al cambiamento in tempi brevi, per essere al passo con gli altri paesi.
Il concetto chiave – evidenziato da Costantino Bongiorno co-founder del fablab WeMake – è l’integrazione tra la produzione artigiana che regge il sistema economico italiano e il processo di innovazione attuato con la fabbricazione digitale, intelligente e distribuita che è possibile ed è necessario veicolare attraverso i makerspace e i fablab.
In questo trasformazione epocale è fondamentale anche il ruolo delle città, come ha sottolineato Cristina Tajani Assessore a Politiche del lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano che ha concluso i lavori sostenendo che il cambiamento va cavalcato piuttosto che subito, puntando anche sui temi sociali e del lavoro che riguardano tutti i cittadini.