È raro, se non impossibile, trovare un approccio alla produzione unico e valido per tutti i robot usati in produzione, perciò è importante che i responsabili dello stabilimento sappiano quali aspetti devono considerare nella scelta di un robot industriale per automatizzare i propri processi.
I robot industriali vengono utilizzati da molto tempo per sostituire i lavoratori umani nell’esecuzione di compiti pericolosi, in condizioni di sporcizia o ripetitivi. Spesso questi robot sono macchine di grandi dimensioni, ingombranti e ingabbiate destinate al sollevamento di carichi pesanti in applicazioni come imballaggio e pallettizzazione. È possibile integrare molteplici robot industriali per una linea di produzione completamente automatizzata, ma è importante che il responsabile dello stabilimento scelga il robot più adatto al compito.
Esistono tre tipi di robot industriali comunemente usati per automatizzare i processi di produzione. Il primo è il robot a sei assi, che è sempre stato una scelta popolare tra i produttori. Funziona usando sei assi di movimento, talvolta chiamati i sei gradi di libertà, ed è ideale per applicazioni che richiedono movimenti complessi. L’aspetto più importante è la facilità di programmazione: l’operatore non necessita di competenze di programmazione avanzate per poter usare queste macchine. Questi robot possono applicare software di AI e apprendimento automatico ai processi di raccolta e migliorarli, codificando autonomamente i loro programmi quando necessario.
Il secondo gruppo è quello dei robot Scara (braccio robotico articolato con conformità selettiva), molto popolari nelle piccole applicazioni di assemblaggio robotizzate. I robot Scara dispongono di una base montata saldamente in una posizione fissa, il braccio è rigido sull’asse z ma offre un movimento di rotazione sugli assi xy.
Infine abbiamo i robot collaborativi, noti anche come cobot, progettati per lavorare in modo sicuro in uno spazio condiviso con gli umani. Grazie alla loro maggiore flessibilità e destrezza, questi robot possono completare compiti più delicati che risultano impossibili per i robot tradizionali, come ad esempio la lucidatura di materiali fragili nei processi di produzione. La domanda per questa tecnologia è in aumento e si prevede che il mercato globale dei cobot raggiungerà i 9 miliardi di dollari entro il 2025.
I produttori devono considerare la velocità e il volume di produzione che vogliono raggiungere quando decidono quale tipo di robot adottare nel loro stabilimento. Per i produttori operanti in settori come imbottigliamento o imballaggio, che necessitano di velocità o volumi di produzione maggiori, può essere vantaggioso l’acquisto di robot convenzionali come quelli a sei assi. La logica è semplice. Un numero inferiore di operatori umani comporta meno rischi di rallentamento del sistema con conseguente aumento della produzione. È possibile integrare molteplici robot industriali per una linea di produzione completamente automatizzata.
Data la loro flessibilità e relativa facilità d’uso rispetto ai sistemi robotici completamente automatizzati, i cobot sono generalmente considerati come una scelta accessibile e attraente per le piccole e medie imprese. Questi produttori possono beneficiare della tradizionale proposta di valore dei robot, ovvero il poter eseguire compiti ripetitivi o non sicuri, rendendo i lavoratori umani disponibili per incarichi a maggior valore aggiunto, ma a un costo di ingresso inferiore. Maggiori informazioni sul sito web.