Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’industria italiana delle tecnologie – Elettrotecnica ed Elettronica – rappresentata da Confindustria ANIE ha mostrato a inizio 2011 una brusca battuta d’arresto nel recupero della capacità produttiva, a fronte dei segnali di rallentamento già emersi in chiusura 2010. Le due macroaree mostrano andamenti allineati. Nel mese di gennaio 2011 – nel confronto con gennaio 2010 – l’Elettronica ha evidenziato una flessione della produzione industriale dell’11,1%, l’Elettrotecnica del 7,5% (+0,9% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). I settori Anie hanno mostrato le variazioni negative in termini tendenziali più ampie fra i comparti manifatturieri italiani.
La variazione su base congiunturale, ossia elaborata nel confronto con il mese di dicembre 2010, ha segnato una sostanziale stabilità per l’Elettronica e una caduta del 2,1% per l’Elettrotecnica. “Il primo dato di inizio 2011, pur fornendo ancora un quadro limitato di quelle che saranno le tendenze del nuovo anno, mostra una preoccupante frenata dei livelli produttivi per i settori high-tech rappresentati da Confindustria Anie - ha commentato il presidente di Confindustria Anie Guidalberto Guidi -. Se incrociamo il dato di produzione con altre variabili che misurano l’attività industriale, troviamo conferma di come il ritorno ai livelli pre-crisi sia lontano dall’essere compiuto. Il grado di utilizzo degli impianti resta distante dalla media storica, sia per l’Elettronica sia per l’Elettrotecnica, attestandosi vicino al 70% e inferiore di 10 punti percentuali rispetto al periodo pre-crisi”.
“In questi ultimi mesi stiamo affrontando nuove incognite che riducono le potenzialità offerte alle nostre imprese dalla ripresa internazionale - ha proseguito Guidi -. La crisi nordafricana e le tensioni sui prezzi delle commodity sono solo alcune delle criticità che si ripercuoteranno sull’andamento dei settori Anie nella prima metà del 2011. I dati di inizio anno intercettano con estrema immediatezza queste dinamiche. Si tratta di una contrazione del potenziale di crescita che non potrà essere compensata dal canale domestico, che mantiene un profilo incostante dovuto essenzialmente alla carenza di investimenti infrastrutturali. Auspico che il 2011 possa essere l’anno decisivo nel corso del quale anche il nostro Paese imbocchi un continuativo e virtuoso percorso di sviluppo, superando i vincoli della bassa crescita. Nell’attuale scenario internazionale di maggiore instabilità, la sola proiezione oltreconfine potrebbe non bastare alle imprese per fornire adeguata linfa alla ripresa settoriale.”
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