Per mettere a rischio il fragile equilibrio dei sistemi produttivi e della rete distributiva non serve la minaccia di agenti patogeni quali la Sars o l’attuale Covid-19. Basta molto poco. Anche “normali” ondate di influenza, calamità naturali come terremoti o eruzioni vulcaniche e, infine, specifici casi di divieto – come quello che ha riguardato il Boeing 737-Max – possono rapidamente portare a severe limitazioni che inducono le aziende a cancellare viaggi di lavoro che comportano un aumento del rischio per la salute dei dipendenti.
Esistono ovviamente dei metodi alternativi per far sì che gli ingranaggi dell’economia non si fermino. Uno dei più comuni è l’utilizzo dei sistemi di videoconferenza, come possono essere WebEx o Skype, grazie ai quali è possibile sostituire gli incontri dal vivo tra i partecipanti a un progetto. Se da un lato queste forme di collaborazione digitale permettono ai team di lavoro internazionali di rimanere in contatto, dall’altro non risolvono certo tutti i problemi. Differenze di fuso orario possono infatti costringere i partecipanti a rimanere svegli nel cuore della notte in base a dove si trovano i vari uffici.
Produzione e manutenzione non possono aspettare la fine di una crisi. Per i dipendenti di un’azienda le cui attività richiedono la presenza on-site, continuare a svolgere regolarmente le proprie mansioni nei periodi di emergenza è decisamente difficile. Eppure le attività devono continuare, siano esse di produzione o manutenzione: gli interventi di riparazione o di ordinaria manutenzione non possono certo attendere la fine della crisi.
Gli effetti che la comparsa improvvisa del coronavirus ha generato lo dimostrano chiaramente. Misure incisive, come la chiusura delle normali vie di comunicazione e di molte importanti fabbriche, hanno sortito gravi ripercussioni economiche e sociali. Il modello su cui si basa l’economia attuale, globalizzata, interconnessa e just-in-time, non può tollerare questo tipo di interruzioni, poiché queste inevitabilmente innescano una reazione a catena: la produzione industriale rallenta, la catena distributiva si inceppa, le attività di riparazione e manutenzione si interrompono.
La situazione di disagio in cui attualmente ci troviamo ha acceso i riflettori sulla realtà aumentata, ovvero sulle potenzialità che questa tecnologia ci offre, se non altro, per mitigare gli effetti negativi indotti dalle attuali difficoltà. Si prenda ad esempio la manutenzione: l’impiego di soluzioni AR assicura una continuità di servizio, poiché i tecnici possono operare come se fossero sul luogo dell’intervento dando precise indicazioni ai colleghi tramite dispositivi wearable, tablet, smartphone.
In simili situazioni, soluzioni come Vuforia Chalk dimostrano tutta la loro efficacia, poiché consentono di gestire sessioni di lavoro in modalità collaborativa tra persone che possono trovarsi in parti del mondo distanti anche parecchie migliaia di chilometri. Tramite immagini e video streaming condivisi, chiunque sia connesso può accedere in modalità virtuale al sistema e/o alla specifica parte su cui è necessario intervenire. Le persone possono interagire di tra loro in tempo reale, aggiungendo anche note o indicazioni grafiche alle immagini disponibili a video, cosa molto semplice da fare con un tablet o con un qualsiasi touch screen.
Tra le attuali applicazioni AR disponibili a livello industriale, Vuforia Chalk si caratterizza quale vero e proprio peso leggero. Chi lo utilizza non necessita di indossare alcun dispositivo, come occhiali digitali o wearable di altro tipo. Un normalissimo smartphone è più che sufficiente: l’applicazione richiede la gestione di un modesto volume di dati.
Le soluzioni AR non possono certo essere utili per prevenire i disastri naturali o per trovare antidoti efficaci agli agenti patogeni quali il Covid-19. Tuttavia, le applicazioni in campo medico che sfruttano le potenzialità dell’augmented reality sono già realtà: in molti ospedali sono state eseguite operazioni chirurgiche a distanza, con l’equipe presente in sala operatoria e il medico chirurgo collegato da remoto. Come ovvio, applicazioni di questo tipo generano un forte impatto sugli aspetti legati alla sicurezza e alla privacy, temi sui quali è necessario porre molta attenzione.
Ciò che le applicazioni di AR come Vuforia Chalk possono efficacemente fare fin da subito è quello di aiutare a contenere l’impatto economico di crisi che possono avere ripercussioni globali anche se confinate in un’area geografica. Tornando all’attuale crisi sanitaria, la collaborazione digitale può far sì che un problema riguardante la salute non degeneri in una crisi di più ampia portata, con ripercussioni di natura economica e sociale. Le attuali tecnologie, come quelle offerte da PTC, consentono già alle aziende di diminuire notevolmente il livello di rischio e di lavorare in modalità collaborativa anche per svolgere le normali attività manifatturiere, ovvero per mantenere anche in situazioni critiche la loro normale capacità produttiva.
I recenti avvenimenti, anche alla luce della globalizzazione dei mercati, ci stanno rendendo sempre più consapevoli di quanto necessaria sia la cooperazione internazionale: l’attuale crisi sanitaria lo dimostra. In questo senso, le tecnologie digitali ci vengono in soccorso, in quanto possono efficacemente contribuire a sostituire la presenza fisica degli esperti che sono richiesti durante un’emergenza. Vero è che quando si parla di collaborazione internazionale ci si riferisce sempre a occasioni di incontro tra persone, tuttavia questa opportunità può anche essere gestita in modo programmato. Anche se la particolarità delle situazioni richiederà sempre la presenza in loco di un tecnico o di un ingegnere esperto, qualsiasi intervento possa essere fatto utilizzando le moderne tecnologie digitali è un aiuto decisivo che può contribuire a ridurre la criticità del momento.
Le applicazioni di AR basate su Vuforia sono progettate proprio per agevolare la collaborazione a distanza. Le potenzialità di queste applicazioni consentono di utilizzare, laddove ciò sia richiesto, le competenze in tempo reale di esperti che possono trovarsi ovunque, ovvero a prescindere dal luogo in cui il loro intervento venga richiesto o da dove si trovino gli altri componenti del team di lavoro.
Tra gli obiettivi che PTC si pone vi è quello di rendere la cooperazione digitale una tecnologia alla portata di tutti. Ciò affinché l’impatto generato da eventuali situazioni di crisi su infrastrutture, attività produttive e, in generale, sull’operatività quotidiana di aziende e professionisti possa essere contenuto al minimo. Nondimeno, anche la riduzione dei viaggi di lavoro, che sono spesso fonte di stress e di possibili problemi di salute per si trova ad affrontarli in casi di emergenza, si dimostra una misura sostenibile, responsabile, oltre che economicamente vantaggiosa.