Negli ultimi anni, i responsabili delle infrastrutture IT si sono trovati ad affrontare questioni complesse legate al cloud e a porsi numerose domande sull’approccio migliore da adottare.
Tante domande sul cloud
È conveniente spostare i carichi di lavoro off-premise?
E se sì, è meglio trasferire l’intera infrastruttura oppure optare per un sistema ibrido in grado di offrire livelli elevati di flessibilità?
E che dire di sicurezza, resilienza, governance dei dati e costi?
Purtroppo, si tratta di domande per cui non esistono risposte semplici e valide in assoluto, poiché ogni caso d’uso è diverso e richiede un’accurata analisi delle circostanze specifiche. In linea generale, la migrazione di una parte o di tutte le infrastrutture e applicazioni può indubbiamente offrire molti vantaggi e le cifre possono apparire piuttosto convincenti.
Lo scenario
Secondo l’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato del cloud in Italia si è consolidato, raggiungendo un tasso di crescita del 19% e un valore complessivo che ha toccato i 5,51 miliardi di euro.
D’altro canto, secondo i dati dell’Osservatorio, quasi due organizzazioni su tre (63%) dichiarano di misurare l’apporto del cloud al business dell’azienda in base al risparmio sui costi rispetto a una configurazione on-premise. Infatti, una delle iniziative più segnalate in ambito cloud per quest’anno è proprio l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse e dei relativi costi.
Qualche considerazione
Nel complesso, dunque, il messaggio sembra chiaro: spostare almeno una parte dei servizi e dell’infrastruttura nel cloud può portare numerosi vantaggi, ma la gestione delle risorse cloud nonché la valutazione e il controllo dei costi possono rappresentare una sfida.
Naturalmente, tutti i cloud provider offrono strumenti per gestire e controllare i carichi di lavoro e i costi all’interno dei propri ambienti. Ma spesso, se presi separatamente, non sono in grado di fornire un quadro completo, soprattutto nel caso di un modello ibrido o multi-cloud. Quindi, come ottenere una panoramica reale dei servizi, delle applicazioni e dei relativi costi?
Architecture mining: una preziosa fonte di informazioni
Una valida risposta consiste nell’architecture mining, ovvero nel processo di estrazione dei dati contenuti nelle piattaforme di gestione dell’infrastruttura e nella loro trasformazione in informazioni utili e fruibili. Per ottenere questi preziosi insight e trarne il maggior beneficio, le aziende devono dotarsi di soluzioni che consentano di gestire in modo efficiente gli ambienti cloud.
Secondo gli esperti di Paessler, azienda specializzata nel monitoraggio di rete, tali soluzioni dovrebbero garantire:
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Visibilità completa dell’infrastruttura in cloud.
Tali piattaforme devono fornire report e dashboard a partire da fonti selezionate da cui estrarre i dati automaticamente e con la frequenza desiderata per una rapida visualizzazione e valutazione della sicurezza e delle interdipendenze tra tutti gli elementi. In questo modo, si disporrà immediatamente di informazioni, analisi e suggerimenti rapidi che possono essere presentati in diversi formati, come diagrammi, tabelle e grafici.
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Controllo dei costi e mappatura delle spese.
Poiché le sfide legate ai costi della migrazione al cloud sono spesso un punto critico e nebuloso per le aziende, questi strumenti devono poter fornire un reale supporto grazie a un’analisi approfondita che mappi le spese in base a svariati fattori, tra cui i gruppi e i tipi di risorse. Inoltre, permettendo di visualizzare anche queste informazioni sotto forma di grafici e report, tali soluzioni puntano ad aumentare la facilità di fruizione e forniscono una panoramica generale dei costi sostenuti. In questo modo, è possibile vedere esattamente da dove provengono le spese ed effettuare delle scelte di budget ancora più consapevoli rispetto al valore di servizi e applicazioni.
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Integrazione con le suite di gestione in uso.
Tali soluzioni devono portare chiarezza e aumentare il controllo negli ambienti basati sul cloud. Ma non è tutto: in caso si disponga di architetture ibride, con alcune infrastrutture, applicazioni, servizi e dati ancora on-premise, oppure di sistemi gestiti soltanto internamente, soluzioni di questo tipo – come ad esempio Qbilon, piattaforma fornita dall’omonima azienda acquisita da Paessler nel 2023 – possono essere integrate con la suite di gestione in uso, per fornire un insieme di insight e report accurati su diverse aree di interesse che gli altri strumenti che operano in maniera isolata non sono in grado di generare.