Entro il 2025 si prevede che oltre il 95% dei nuovi carichi di lavoro digitale saranno distribuiti su piattaforme cloud native. Più dell’85% delle organizzazioni, infatti, adotterà un principio cloud-first e non sarà in grado di eseguire pienamente le proprie strategie digitali senza l’utilizzo di architetture e tecnologie cloud-native.
Con Cloud-Native Platform si intende una serie di tecnologie che permette di sviluppare e creare nuovi ambienti, applicazioni e architetture studiate appositamente per la ‘nuvola’. Programmare queste soluzioni, per essere integrate fin da subito con il cloud è vantaggioso per diversi motivi: non solo permette di rispondere velocemente alla trasformazione digitale, ma rende più facile la gestione grazie alla loro elasticità, resilienza ed agilità.
Lo sviluppo delle applicazioni – prosegue l’analisi di Gartner – si sposterà, la maggior parte, verso l’assemblaggio e l’integrazione. Questo farà da traino all’ascesa delle Low-Code Application Platform (LCAP) e del Citizen Development.
Le tecnologie Low-Code e No-Code saranno utilizzate nel 70% delle nuove applicazioni: la crescita esponenziale, nel 2020 la percentuale era meno del 25%, concorrerà all’ascesa del Citizen Development e in particolare alla funzione dei Business Technologist.
Il Secure Access Service Edge (SASE), la convergenza di cloud networking e cloud security per semplicità, scalabilità, flessibilità e sicurezza pervasiva, rappresenterà l’opportunità di crescita più rapida nel mercato.
Dato che la maggior parte del traffico dalle filiali e dalle postazioni di edge computing non andrà a un data center aziendale, i CIO e i leader IT utilizzeranno sempre più SASE per proteggere le esigenze di accesso, ovunque e in qualsiasi momento, di utenti e dispositivi. Gli analisti prevedono che la spesa dedicata a questa tecnologia ammonterà a 6,8 miliardi di dollari: 2 in più del 2021.
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