Genovese, Claudio Andrea Gemme si laurea in Scienze economiche e politiche all’Università di Genova e nel 1973 entra nel Gruppo Finmeccanica, dove negli anni ricopre numerosi incarichi operativi in Italia e all’estero. Dal 2000 è Amministratore Delegato di Ansaldo Sistemi Industriali (ASI); dal 2008 è consigliere del Market Strategy Board di IEC (International Electrotechnical Commission).
Con 1.200 aziende associate, Confindustria Anie rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani. Nel 2010 l’industria elettrotecnica ed elettronica italiana ha registrato un fatturato aggregato di 56 miliardi di euro (+4,9% la variazione rispetto al 2009), di cui 26 miliardi di euro di esportazioni. A fine 2010 il totale aggregato degli addetti del settore è risultato pari a circa 380.000. Le aziende aderenti a Confindustria Anie investono in Ricerca e Sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia.
Tra i principali obiettivi programmatici che caratterizzeranno il corso della nuova presidenza, quello di ridare centralità al manifatturiero quale motore di sviluppo del sistema economico italiano. Un Paese che non produce, non investe e non esporta difficilmente potrà superare la pesante crisi economica che lo ha colpito.
“La crisi ha avuto il merito di ricollocare in primo piano il manifatturiero rivalutandone il ruolo di volano dello sviluppo del nostro Paese” ha dichiarato Gemme. “Un comparto industriale forte e radicato nel territorio è il prerequisito per uscire dall’impasse della crescita zero che affligge l’economia italiana. Il mio auspicio è che si arresti la tendenza che ha visto molti Paesi europei perdere negli ultimi anni componenti importanti dell’attività industriale, in particolare nella base produttiva”.
Dall’Italia origina mediamente il 10% del fatturato aggregato dell’industria elettrotecnica ed elettronica attiva sul continente europeo inteso a 27 Stati.
“In questa fase decisamente critica le imprese hanno saputo reagire, investendo in innovazione e accelerando le strategie di internazionalizzazione” ha continuato il presidente. “A fine 2010 le esportazioni settoriali hanno mostrato tassi di recupero a due cifre, grazie alla capacità degli operatori di essere presenti in mercati diversificati. Se nell’ultimo anno la parola d’ordine è stata “esportare”, da oggi dovrà diventare imperativo categorico fare rete, per proporci sui mercati internazionali non come singoli imprenditori, ma come un sistema industriale coeso, capace di creare relazioni forti e vicine alla committenza locale”.
La rinnovata centralità del sistema produttivo non può non passare dal pieno riconoscimento del ruolo abilitante delle tecnologie, che sono creatrici di sviluppo, che Gemme ritiene siano “l’elemento discriminante per elevare il livello qualitativo delle opere e consentire soluzioni innovative: in una parola creare valore aggiunto. Il mio impegno come Presidente di Confindustria Anie sarà rivolto a valorizzare il concetto di indipendenza della componente tecnologica nel rapporto con la committenza nelle grandi opere pubbliche e private, operando affinché venga riconosciuto pienamente il ruolo abilitante e migliorativo delle tecnologie”.
Per rispondere preparati alle sfide sempre più pressanti che provengono dal mercato occorre poi, secondo Gemme, investire in formazione: “Lavorerò nel corso del mio mandato affinché si diffonda una percezione condivisa dell’importanza del sapere, in particolare di quello tecnologico e scientifico, come leva di competitività”.
Confindustria Anie: www.anie.it