Quali sono le minacce che le nostre città si trovano ad affrontare? Il mondo è in grado di rispondere a nuovi e più sofisticati attacchi? La visione delle forze dell’ordine e della sicurezza delle città si è evoluta significativamente negli ultimi vent’anni grazie alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che hanno migliorato il modo in cui i dati sono acquisiti, memorizzati e usati.
Siamo molto vicini alla prossima evoluzione del progetto Safe City (Città Sicura), poiché le reti 4G rendono possibile un trasferimento dati maggiore e più veloce, e i dispositivi portatili e indossabili offrono un primo intervento grazie all’accesso remoto alle informazioni. Gli strumenti di analisi dei dati e i servizi cloud sicuri consentono alle agenzie di analizzare una maggiore quantità di dati a costi sempre inferiori. Semplicemente, la tecnologia sta migliorando la consapevolezza della situazione e la collaborazione, aiutando le agenzie a prendere decisioni migliori.
Nel 2014 Frost & Sullivan ha recensito e confrontato oltre 600 delle città più popolose al mondo per valutare le minacce che si trovano ad affrontare e la loro capacità di investire nelle ultime tecnologie. La nuova ricerca – che sarà pubblicata nei prossimi giorni – analizza il modo in cui le città si dividono in conglomerati, le cause dei diversi atteggiamenti verso la tecnologia e il significato di tutto ciò per gli integratori di sistemi e i fornitori di tecnologia.
La ricerca ha mostrato chiaramente che, mentre alcune città hanno affrontato livelli di minaccia simili, hanno avuto accesso a livelli di finanziamenti simili, e sono state fortemente concentrate sull’implementazione di programmi tecnologici di fascia alta, c’è una notevole differenza tra i programmi tecnologici negli Stati Uniti e in Europa rispetto al resto del mondo. Con eccezioni di rilievo, tra cui alcune città del Medio Oriente, Singapore e l’Australia, il resto del mondo si è concentrato su ampi programmi di sorveglianza video e gestione dei dati acquisiti. È di certo così in India, dove Mumbai ha annunciato di aver finalmente scelto un system integrator per il suo programma che comprende circa 6.000 telecamere. Altre città dell’India seguiranno gli esempi di Mumbai e Surat, ma nel breve periodo l’attenzione resterà focalizzata sulla videosorveglianza piuttosto che sull’analisi dei big data. Lo studio di Frost & Sullivan conclude che gli Stati Uniti continueranno a dettare il passo, portando avanti la rivoluzione di Internet delle cose e lo sviluppo di un numero unico di emergenza (“911”) di prossima generazione. Tuttavia, di certo anche le città del petrolio ricche di liquidità in Medio Oriente e Asia centrale, e la Russia grazie alla Coppa del Mondo FIFA nel 2018, aggiorneranno l’infrastruttura di sicurezza grazie all’attenzione delle città a diventare più intelligenti e più sicure.