SSI 456

AUTOMAZIONE OGGI 456 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 85 S SI intelligenza artificiale bile e performante”. Grazie al software, dunque, la complessità del prodotto potrà essere gestita sempre meglio, con personalizzazioni e funzionalità sempre più intelligenti al servizio dell’utente. Si pensi all’industria farmaceutica e alle attività di ricerca in ambito genetico, sottolinea ancora Barua, che potranno compiere dei passi da gigante nella messa a disposizione di cure sempre più personalizzate, capaci di incidere sui singoli pazienti in modo mirato e, per questo, aumen- tando la complessità dei loro prodotti addirittura su scala unitaria. Senza l’apporto del software, ciò non sarebbe possibile. La fiducia nei dati è la base dell’AI L’intelligenza artificiale è un altro dei grandi temi che sta domi- nando la scena del software oramai stabilmente. “I progressi fin qui registrati dall’AI sono eccezionali, ma la mia opinione è che questa tecnologia sia ancora in fase embrionale. Diciamo che l’onda si è oramai generata e sta producendo i suoi effetti: le aziende che non sapranno coglierla rimarranno inevitabilmente al palo. Certo, non siamo ancora nella condizione di comprendere bene quale uso pos- siamo farne per trarre da essa il miglior valore. L’importante però è rimanere agganciati al treno, la cui corsa è oramai lanciata” continua Barua. In che modo, secondo PTC, l’AI può generare questo valore? Focalizzandosi sulle problematiche tipiche che le aziende manifat- turiere si trovano ad affrontare nello sviluppo dei prodotti. Si pensi alle sfide che la progettazione e la realizzazione di un nuovo pro- dotto comportano, alle esigenze gestionali e organizzative, oltre che progettuali, che soprattutto nelle realtà che si occupano di prodotti a elevata complessità è necessario fronteggiare in ottica olistica: materiali, design, test, supporto, vendita, qualità, personalizzazioni ecc. “Prima di arrivare alla BoM (Bill of Materials) è necessario che tutti i dettagli siano chiari, che le specifiche siano compiute, definite: praticamente un Nirvana”. Se a ciò si aggiunge che, di norma, nelle aziende si lavora per processi concorrenti e non sequenziali, e che le informazioni di cui si avvalgono i diversi reparti o team aziendali sono organizzati in strutture a silos, ben si comprende quante siano le difficoltà di poter contare su dati certi, robusti, consistenti. “Nella visione di PTC è proprio nello sviluppo del prodotto che l’AI può gio- care la sua maggiore forza d’impatto. A una condizione, però: per risultare realmente efficace, è necessario che l’AI riponga la sua fidu- cia nei dati di cui l’azienda dispone” precisa Barua. Una condizione piuttosto difficile da riscontrare, considerate le problematiche orga- nizzative a cui poco prima abbiamo accennato. L’allineamento e la consistenza dei dati sono dunque la base indispensabile per poter affrontare con organicità e successo un progetto di AI. Da qui la ne- cessità, secondo Neil Barua, di partire con le idee chiare già a livello di infrastruttura software di sistema, scegliendo e implementando il PLM più adeguato alle esigenze, anche in ottica di collegamento all’ERP, alle altre fonti di dati e, quindi, agli altri sistemi gestionali aziendali. “La scelta di un sistema PLM è strategica, e in quanto tale la decisione di quale sistema adottare e di come implementarlo deve essere presa non dal reparto ingegneria, non dai tecnici della proget- tazione, non dal CFO, ma dal management”. Tecnologie abilitanti, verso soluzioni sempre più integrate L’impegno che PTC, a livello sia economico che di risorse umane, sta infondendo in ambito di AI è elevato. Negli ultimi 6 mesi l’azienda ha avviato una serie di collaborazioni con alcuni ricercatori del MIT di Boston. L’obiettivo, come Barua ha sottolineato, è chiaro: inter- pretare lo sviluppo dell’AI non come una tecnologia a sé stante, ma come un elemento fondamentale di una visione olistica che, per essere efficace e dare valore a chi la usa, deve basarsi su dati certi. Ecco perché i prossimi sviluppi dell’offerta di PTC si concentreranno molto su quella che Barua definisce “l’integrazione delle tecnologie abilitanti”. “Per molto tempo si è parlato di IoT, poi è stata la volta dell’AR, ora dell’AI e sempre ci si è concentrati su soluzioni specifiche. Il mio obiettivo, e quello di tutti i miei collaboratori, è quello di vedere nei prossimi anni come queste tecnologie possano essere utilizzate in chiave di valore direttamente integrato all’interno delle nostre so- luzioni, come Creo, Windchill o ServiceMax, ad esempio, e non più come software che, benché parte della nostra offerta, al momento si configurano come prodotti a sé stanti”. Tutto ciò, probabilmente, sarà favorito dalla crescente diffusione del cloud, nonché dal cambia- mento della modalità di erogazione dei servizi software, che vede il modello SaaS prendere progressivamente piede rispetto ai limiti che l’on-premise oramai mostra nell’era dell’interconnessione globale. “A questo proposito, mi preme sottolineare che non abbandoneremo l’offerta on-premise, né forzeremo alcuna azienda a passare al SaaS se non quando ve ne saranno le condizioni ed essa si sentirà pronta a farlo” sottolinea Barua. “Il cambiamento è un esercizio spesso difficile da affrontare, soprattutto se si tratta di abitudini consolidate. Cam- biare un prodotto significa cambiaremindset e questa è la nostramis- sione: accompagnare i clienti nel cambiamento per aiutarli a cogliere nuove opportunità”. Con il potere del software, ovviamente. Che per Neil Barua, oramai, “ha già mangiato il mondo”. PTC - www.ptc.com/it Neil Barua, CEO di PTC

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