SSI_424

AUTOMAZIONE OGGI 424 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 97 S SI esperienze giunti al loro fine vita: satelliti fuori uso, stadi di razzi vettori, altri stadi di servizio che sono stati abbandonati in precedenti missioni, nonché tutti i frammenti di vario tipo e di diverse dimensioni che l’erosione, le varie collisioni o gli effetti di di- sintegrazione spaziale hanno generato nel corso degli anni. Il rischio è che questa spazzatura possa entrare in collisione con i veicoli e/o i satelliti orbitanti nello spazio a velocità che possono anche raggiungere anche i 50.000 chilometri orari. E questo, nonostante la rete di sorveglianza spaziale degli Stati Uniti sia in grado di tracciare a radar più di 13.000 og- getti vaganti finanche di 10 cm di dimensione. A questo proposito, l’astronauta britannico Tim Peake ha ri- portato un episodio alquanto inquietante, accaduto qualche anno fa quando era a bordo della Stazione Spaziale Interna- zionale: un detrito spaziale non ben identificato ha centrato in pieno uno dei finestrini del modulo di osservazione provo- cando una scheggiatura circolare di 7 mm di diametro. Lo scorso anno, il National Geographic ha riferito che sono centinaia di migliaia gli oggetti che vagano in maniera incon- trollata nello spazio, dai grandi satelliti in disuso fino ai dadi e ai bulloni di piccole dimensioni, il che costituisce un vero e proprio pericolo per qualsiasi oggetto che dovesse acciden- talmente incrociare la loro traiettoria. Una risposta concreta al decommissioning dei satelliti Il problema dei detriti spaziali ha portato alla ribalta il tema del decommissioning dei satelliti che raggiungono il fine vita. I sistemi di propulsione montati a bordo satellite non sono concepiti per eseguire operazioni di dismissione control- lata, il che costringe gli operatori a effettuare interventi lun- ghi, complessi e soprattutto costosi. Tali interventi portano spesso a ridurre la vita utile dei satelliti e, inoltre, in caso di guasto non possono nemmeno essere effettuati. Un’efficace operazione di recupero dei satelliti quando giunti al loro fine vita consentirebbe di ridurre notevolmente il pro- blema dei detriti spaziali. È qui che D-Orbit, società italiana con sede a Como, specializzata nella gestione del ciclo di vita delle missioni spaziali, ha studiato una soluzione decisa- mente utile. Il suo prodotto D3 è un motore indipendente e intelligente ottimizzato per operazioni di decommissioning spaziale. Se installato sui satelliti, D3 consente di toglierli dall’orbita in modo rapido e sicuro non solo al loro spegni- mento, ma anche in caso di guasto grave. Per la realizzazione di D3, D-Orbit ha scelto di utilizzare la piattaforma di progettazione Creo in collaborazione con De- dagroup Business Solutions, partner di PTC, identificandola quale miglior soluzione soprattutto in termini di flessibilità con cui potersi rapidamente adattare alle diverse richieste dei clienti. D3 è pienamente conforme alle vigenti norma- tive internazionali in tema di detriti spaziali e consente agli operatori satellitari di mantenere ‘pulite’ le orbite operative riducendo quindi i rischi di collisione. In base alle diverse configurazioni, D3 è in grado di eseguire operazioni di rien- tro rapido per i satelliti LEO (Low earth orbit) e di parcheggio dei satelliti MEO (Medium earth orbit) e GEO (Geostationary earth orbit) nella cosiddetta orbita cimitero, destinata ad accogliere le apparecchiature spaziali che hanno esaurito le loro funzionalità. Con l’ausilio di Creo, la società ha inol- tre progettato InOrbit NOW, una famiglia di soluzioni end- to-end dedicate al mercato del Nuovo Spazio, che include servizi di lancio e deployment, software di controllo delle missioni e una serie di servizi aggiuntivi. Conclusioni Le tematiche ambientali oggi hanno assunto un’importanza tale che non solo ci vedono impegnati nella salvaguardia del nostro pianeta, ma addirittura nella ricerca di un nuovo mondo che possa essere potenzialmente adatto alla vita umana. In quest’ottica dovremmo fare tesoro dei nostri er- rori passati e, quindi, anticipare le problematiche che i rifiuti spaziali potrebbero causare nel prossimo futuro grazie al contributo di aziende come D-Orbit. Ciò che oggi lasciamo rappresenta l’eredità di cui dovranno farsi carico le future generazioni. Per citare Franklin D. Roosevelt “non sempre possiamo costruire il futuro dei nostri giovani, al contrario possiamo preparare la gioventù per il futuro”. PTC - www.ptc.com Per la progettazione delle sue soluzioni l’italiana D-Orbit ha scelto di utilizzare la piattaforma Creo in collaborazione con Dedagroup Business Solutions, partner di PTC (in figura una fase della progettazione della piattaforma satellitare ION InOrbit NOW) InOrbit NOW è la soluzione di D-Orbit che consente di implementare missioni spaziali in modo rapido e di gestirle in modo completo lungo tutto il ciclo di vita (Foto: D-Orbit)

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