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Smart working? Sì, ma occhio alla sicurezza GLI HACKER PRENDONO SEMPRE PIÙ SPESSODI MIRA LE PERSONE, RISPETTOALLE INFRASTRUTTURE. PERQUESTO, È FONDAMENTALE UNMIX DI TECNOLOGIA E FORMAZIONE PER PROTEGGERE UTENTI E AZIENDE in tempo reale S SI Programmare robot a distanza Yaskawa ( www.yaskawa.it ) ha ideato una soluzione per utilizzare ‘diver- samente’ uno strumento importante come MotoSim VRC, il software di programmazione offline con simulazione 3D dei robot Motoman. Pre- standosi in modo efficace ad attività di programmazione a distanza, questo strumento rappresenta un valido supporto per tutti coloro che vogliono accrescere la produttività delle loro giornate di smart working. MotoSim VRC permette la programmazione offline di sistemi complessi, offrendo funzioni di controllo avanzato e di simulazione che oltre ai robot riguardano anche le loro periferiche, come gantry, slitte e posizio- natori. Può essere dunque utilizzato per ottimizzare il posizionamento di robot e apparecchiature, nonché per eseguire il rilevamento di col- lisioni e realizzare modelli e calcoli di cicli, senza la necessità di intervenire direttamente sui robot durante la fase di progettazione. Tutto ciò rende MotoSim VRC un importante strumento per aumentare la produttività riducendo al minimo i tempi di fermo, setup e commissioning. MotoSim utilizza lo stesso modello cinematico del controllo robot ed il linguaggio Inform. In questo modo permette di creare i job offline e predisporre le attività di programmazione anche a distanza, garantendo la sicurezza dell’operatore grazie alla programmazione tramite PC. Per agevolare le aziende interessate al suo utilizzo, Yaskawa ha deciso di estendere la durata del periodo di test gratuito del software dai precedenti 14 fino a 90 giorni. Per scaricarlo è sufficiente far riferimento alla pagina https://www. yaskawa.it/it/prodotti/robotica/software/portale-download/ e in ‘Download Area’ cliccare ‘Offline Simulation Software’. Recenti analisi condotte dal threat research team di Proofpoint ( www.proofpoint.com/it ) hanno visto una continua espansione di attacchi cyber legati al tema del Coronavirus inizialmente negli Stati Uniti e in Giappone, e successivamente in Australia e Italia, con l’utilizzo anche di esche in lingua italiana. La portata di que- ste campagne malware si è ulteriormente ampliata, con la spinta dell’adozione dello smart working. Proprio lo smart working è salito prepotentemente alla ribalta, come modalità per adattarsi a una si- tuazione anomala come quella che stiamo vivendo. I vantaggi in termini di flessibilità e produttività sono evidenti. L’Italia è stori- camente in ritardo in un’adozione estesa, anche se il trend si sta invertendo già da qualche anno e con ogni probabilità gli eventi re- a cura di Lù del Frate centi daranno ulteriore spinta. Attualmente, secondo i dati più re- centi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, opera già in smart working il 58% delle grandi imprese, con un incremento che è stato del 20% tra il 2018 e il 2019. Una crescente diffusione dello smart working però porta con sé alcune problematiche significative re- lative alla sicurezza che non vanno sottovalutate. La possibilità di operare in modo flessibile dà una spinta ulteriore al processo di su- peramento del perimetro aziendale, ormai da tempo in atto. Come è noto allo stesso tempo che la sua protezione sia ormai obsoleta. Se dipendenti e partner si collegano e accedono alle risorse aziendali in remoto, cade quindi del tutto il concetto classico di protezione dall’esterno che ha storicamente guidato l’approccio alla cyber- security in azienda. Cessa di esistere il perimetro, restano da pro- teggere le persone, gli asset aziendali e i canali di comunicazione utilizzati. Persone che diventano la prima e l’ultima linea di difesa dei dati aziendali. I cybercriminali hanno ben chiaro questo scena- rio: il recente report State Of The Phish di Proofpoint mostra come quasi il 90% delle aziende globali sia stato colpito da attacchi mirati di tipo BEC (business email compromise) e spear phishing, a testi- monianza dell’attenzione costante che i cybercriminali rivolgono alla compromissione dei singoli utenti. In parallelo, il 78% dichiara di aver ridotto la propria suscettibilità al phishing grazie ai corsi di formazione. Elemento che diventa quindi fondamentale, per aiu- tare a ridurre i rischi di compromissione legati alle comunicazioni via email. 74 AUTOMAZIONE OGGI 422 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA Foto tratta da www.pixabay.com

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