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AUTOMAZIONE OGGI 416 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 87 S SI in copertina • Cablare sensori su un impianto esistente può essere estre- mamente costoso • Sensori e componenti aggiuntivi impongono ulteriori cali- brazioni e manutenzioni • Aggiungere sensori per le stesse misure rilevate da sensori già presenti sull’impianto impone una convalida della mi- sura: a quale delle due misurazioni credere? • Aprire canali di comunicazioni aggiuntivi verso Internet espone a nuovi rischi di cyber security. Nella maggior parte delle applicazioni abbiamo già queste misure e questi dati tramite sensori connessi sulla macchina che inviano dati strumenti e PLC connessi al sistema di con- trollo e a sistemi Scada di acquisizione dati, spesso anche a sistemi storicizzatori (Historian) per la memorizzazione ai fini di estrazioni, informazioni e analytics. Ecco che allora basta fare una mappatura di questi sensori e dei dati e al- larmi estraibili, e solo nel caso in cui siano richieste ulteriori misurazioni sarà il caso di aggiungere nuovi sensori. Scada 4.0 e dati dalla fabbrica al cloud Le strade poi per far confluire i dati ai livelli superiori sono già definite nella maggioranza delle applicazioni: sono quelle che nello standard IEC62443 vengono chiamati ‘conduit’ (lo- gici), ove vengono fatte transitare le comunicazioni tra una zona e un’altra zona del sistema OT (Operational Techno- logy) di fabbrica. Le strutture dati sono però differenti in ogni cloud (tutto infatti dipende da come il vendor ha disegnato la sua applicazione). Vengono qui in aiuto le Rest API, ovvero Representational State Transfer (Rest) Application Program Interface (API) per far par- lare tra loro i sistemi distribuiti mediante protocollo utilizzabile in Internet. Le Rest API (ovviamente se ben disegnate e svilup- pate secondo canoni di buona ingegneria informatica) sono affidabili e sicure perché non vanno a influenzare in nessun modo il processo produttivo e danno la possibilità di creare il perfetto bridge verso il cloud: si lavora in parallelo e per questo non vengono a crearsi nuove vulnerabilità (rispetto a quelle che già magari sono presenti nel sistema). È importante oggi valutare soluzioni tramite le quali i dati mantengano i requisiti che li definiscono ‘sicuri’ (riservato, integro, disponibile + autenticato e non ripudiabile secondo CIA e Alcoa per Data Integrity), e in quest’ottica sono i PDB (Process Database) e gli Historian di processo a dover ga- rantire tutte queste caratteristiche e contemporaneamente mettere a disposizione i dati a chi può trarne valore. L’ac- coppiata iFix e Historian di GE Digital fa proprio questo: ac- quisisce dati, storicizza con precisione e affidabilità e dà la possibilità di inviare dati al cloud via Rest API. Scada tradizionale, Scada ridondato e Scada 4.0 Scada 4.0 sta per sistema scada ad alte prestazioni e high availability, ad alta disponibilità. L’idea che sottende a un si- stema Scada 4.0 è che per gestire, monitorare e supervisio- nare un impianto che deve produrre fornendo il massimo delle prestazioni sempre, senza interruzioni, sia necessario un sistema che garantisca il massimo uptime e funzioni a sua volta ‘senza interruzioni’. Utilizzato in numerose applicazioni realizzate in molti settori industriali, lo Scada iFIX di GE Digi- tal è utilizzato nei sistemi di controllo e telecontrollo, sia per applicazioni semplici, sia per applicazioni Scada complesse e distribuite, con anche analytics e aggregazione di dati (Big Data) e filtrazione e gestione distribuita degli allarmi. iFix sod- disfa gli standard industriali di molteplici settori, sia nell’in- dustria sia nelle utility, ed è ideale se integrato con i sistemi di storicizzazione (come l’Historian integrato) e nell’ottica di una gestione estremamente informatizzata, secondo i canoni della digitalizzazione 4.0, Industrial Internet e Industrial IoT (Internet of Things). Il pacchetto software HMI/Scada iFix di GE Digital, distribuito e supportato in Italia da ServiTecno è da sempre sinonimo di grande affidabilità ed è universalmente utilizzato in sistemi Scada e applicazioni critiche sia nel mondo industriale sia in quello delle utility. Ora iFix è giunto alla versione 6.0, innovativa per le eccellenti capacità di visua- lizzazione dei processi e di acquisizione dati, analisi, super- visione e controllo, e aggiunge nuove e avanzate prestazioni grafiche in ottica UX (User Experience, anche utilizzabili da dispositivi mobile), scalabilità e migliore manutenibilità, oltre alle più che testate e riconosciute affidabilità e sicurezza. Nel caso in cui sia richiesto, lo Scada iFix prevede e supporta configurazioni Scada ridondate, master/slave, con opzioni/ funzioni di fail-over: abbiamo allora una coppia di server in configurazione ridondata, denominati uno master e il se- condo slave di back-up, collegati direttamente tra loro, per essere mantenuti allineati nei dati, eventi e allarmi rilevati dal campo, oltre naturalmente a tutti i comandi dell’ope- ratore. In caso di anomalie ed eventuale caduta del server master, il server slave di back-up subentra a tutti gli effetti nella funzione di controllo e supervisione, inmodo da garan- tire la continuità di funzionamento e operatività sul sistema Scada. Lo switch-over, il subentro da un sistema all’altro, è configurabile con un watch-dog e può avvenire anche in ter- mini di qualche secondo: questa soluzione sviluppata solo con le funzionalità insite in iFix, prescindendo da eventuali problemi hardware e/o di sistema operativo che si potreb- bero verificare e che potrebbero eventualmente inficiare la corretta funzionalità dello Scada. L’accoppiata iFix e Historian di GE Digital acquisisce dati, storicizza con precisione e affidabilità e dà la possibilità di inviare dati al cloud via Rest API

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