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AUTOMAZIONE OGGI 416 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 85 S SI sotto la lente Non èmai troppo tardi* La scorsa primavera Satya Nadella, il CEO di Microsoft, è venuto in Italia e ha tenuto un discorso all’Università Bocconi. Il concetto chiave che ha espresso è riassumibile con la definizione di ‘intensità tecnologica’, cioè non è importante soltanto la quantità di tecnologia che ci circonda, ma la sua qua- lità o intensità. In altre parole, quanto ciascuno di noi pro- fessionalmente o personalmente è in grado di plasmare il proprio ecosistema digitale secondo le sue capacità e le sue compe- tenze. La visione di Nadella è uno sviluppo del digitale dove ciascuno attinge al potere digitale per raggiungere gli obiettivi che si è personalmente posto. Presto vivremo in un ecosistema total- mente connesso in cloud dove gli oggetti saranno tutti smart e dialogheranno tra di loro adattando le loro performance sulla base dell’intelligenza artificiale e delle ca- pacità di machine learning. L’obiettivo che Nadella in qualche modo ha evidenziato è quello dell’empowerment e dello sviluppo in senso generale del destinatario della tec- nologia digitale. Una frase di Bill Gates, che Nadella spesso cita, recita: “Per ogni dollaro che guadagniamo deve esserci un corri- spettivo di almeno 5-10 dollari guadagnati fuori dall’azienda, nella società. Vogliamo rendere democratico l’accesso alla tecno- logia”. Tradotto in termini economici è più semplice e comprensibile. Ma presenta ancora qualche difficoltà. Prima di tutto le competenze. Il galoppo della tecnologia è evidente, ma gli operatori quando va bene trottano. Per competere al massimo delle possibilità digitali occorrono competenze, e magari anche esperienza. Qualità non sempre facili da trovare, soprattutto in ab- binata. Il ROI invocato da Bill Gates sta a cuore a chiunque investa in tecnologia, ma l’inve- stimento è da considerare con un orizzonte più ampio. La tecnologia digitale ha uno sviluppo sem- pre più marcatamente verticale. Oggi ve- diamo specializzazioni professionali quali il cyber security manager, il data scientist, il chief digital officer. Fermo restando che profili come il cloud architect o il software developer già riconosciuti e dei quali si co- nosceva l’importanza anche prima di oggi, si sviluppano, si evolvono, si adattano a un ecosistema sempre più complesso. La difficoltà sta nel far aderire l’intera or- ganizzazione produttiva e commerciale al cambiamento digitale. Proprio la pervasività del digitale rende ne- cessario uno sviluppo complessivo delle funzioni produttive, commerciali e di assi- stenza. Se l’ecosistema si digitalizza, sem- pre più sarà necessario uno sviluppo in senso digitale dell’intera filiera aziendale, sia produttiva, sia commerciale che gestio- nale. L’investimento non si può più limitare alla tecnologia e alle figure ad essa più stret- tamente connesse, va fatto sul complesso dell’impresa. È sempre più necessario che la digitalizzazione industriale non si fermi alla produzione, non si limiti alla fase di sviluppo di un processo o di un prodotto. La vera evoluzione si avrà quando l’intero organismo aziendale assorbirà le potenzia- lità dello sviluppo digitale e le tradurrà in attitudine sul mercato. Lo sforzo maggiore sarà culturale e l’investimento non tanto in formazione continua quanto in attitudine ad accettarla positivamente e plasmarla alle necessità di ogni componente dell’orga- nizzazione di un’impresa. Se la tecnologia digitale è un movimento evolutivo senza possibilità di interruzione o freno, anche i componenti umani dell’impresa devono avere gli strumenti per stare al passo con l’evoluzione digitale. Sviluppare solo la di- gitalizzazione dell’impresa senza un ade- guamento culturale più generale oltre a quello formativo più funzionale di determi- nati operatori potrebbe, un domani anche prossimo, rivelarsi un errore. …LADIFFICOLTÀ STA NEL FAR ADERIRE L’INTERA ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA E COMMERCIALE AL CAMBIAMENTODIGITALE Vitaliano Vitale, Comitato Tecnico Automazione Oggi, Fieldbus&Networks *Titolo di una famosa trasmissione televisiva Rai in onda dal 1960 al ’68 condotta da maestro Alberto Manzi. Attraverso l’alfabetizzazione degli adulti, contribuì al boom economico del Paese.

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