cerca, il 2015 e il 2017
sono già qui” sottoli-
nea nuovamente Vil-
lani. “Non avremo più
scuse per giustificare
ritardi e inefficienze,
per quanto concerne
sia la produzione sia
la distribuzione dell’e-
nergia elettrica”.
In sintesi è come dire
che dal momento che
la riduzione delle emissioni di CO
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passa in
gran parte attraverso una maggiore quota di
energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili
e un miglioramento delle prestazioni negli
usi finali elettrici, in particolare dei motori, i
motori stessi dovranno adeguarsi altrimenti
non andranno in commercio. E se in ambito
industriale italiano questo significherà che le
aziende si doteranno di motori elettrici che
daranno un risparmio del 20-30%, per quanto
riguarda l’utente finale, che ormai viaggia e
si documenta molto bene in rete, si parla, a
cascata, della stessa percentuale di rispar-
mio, che sulla bolletta si traduce in 40-50
euro in meno all’anno: quindi una ‘signora
Maria’ fortunata, in quanto sui motori elettrici
presenti negli elettrodomestici (frigoriferi,
lavatrici, etc.) la comunità europea si è mossa
in anticipo rispetto al comparto industriale.
Il nostro pese
E l’Italia come si muove? “Il motore è l’e-
lemento più energivoro a livello mondiale:
il 70% di tutta l’energia elettrica prodotta
viene infatti utilizzato dai motori in ambito sia
industriale sia civile. Non a caso, dunque, alla
luce dei nuovi regolamenti europei il sempre
miglior utilizzo dell’energia elettrica è oggi
al centro dell’attenzione del mercato e delle
nostre industrie” spiega Maurizio Russo,
responsabile gruppo Motori Bassa Tensione
Anie - Associazione Energia e consigliere di
amministrazione del gruppo Electro Adda. “Le
aziende italiane (in particolare il distretto del
Triveneto, della Lombardia e dell’Emilia Ro-
magna) sono conosciute in tutto il mondo per
la loro eccellenza nell’innovazione, nello svi-
luppo e nella produzione, sia dei componenti
sia dei motori, generatori e trasformatori, e si
dividono la leadership con quelle tedesche. Si
tratta soprattutto di piccole e medie imprese
che, nonostante le dimensioni piuttosto circo-
scritte, riescono a caratterizzare fortemente il
mercato, anche a livello internazionale. La vo-
lontà politica-sociale, in particolare quella della
Germania, di abbandonare il nucleare a favore
di fonti rinnovabili, in particolare dell’eolico, co-
stituisce una notevole opportunità di crescita
per le PMI italiane. L’osservatorio di Anie (Fe-
derazione Nazionale Imprese Elettrotecniche
ed Elettroniche) – Associazione Energia ha
rilevato che per il 2011, relativamente ai Mo-
tori BT (Bassa Tensione), il numero dei pezzi
prodotti è 1.128.365 (-7,2% rispetto al 2010),
mentre il fatturato è stato di 205.005.000,00 di
euro (+6,8% sul 2010 e qui si nota l’incidenza
della materia prima). Dati che rappresentano
circa il 60% del mercato italiano”. Altro esem-
pio di efficienza dei motori elettrici riguarda
l’applicazione degli stessi nella movimenta-
zione, e cioè i veicoli elettrici, che iniziano a
prendere piede, forse ancora troppo lenta-
mente. I motivi sono più che altro di politica
economica. Anche in questo caso i motori
elettrici dovranno necessariamente rispondere
alle direttive europee, altrimenti nulla da fare.
All’estero
E gli altri paesi, ad esempio Cina o paesi
emergenti? Per quanto riguarda i trasfor-
matori, ad esempio, Cina e Brasile hanno
già in casa propria il materiale amorfo, con-
siderato il più performante. “Si sa che il
costo della materia prima incide molto sul
prodotto e che questi paesi partono avvan-
taggiati” ha precisato Francesco Colla, Anie
Trasformatori, “ma l’Italia si difende alla
grande, studiando prodotti che, realizzati in
gestione di economia, riescono comunque
a dare performance sempre eccellenti”.
rgia
FEBBRAIO 2013
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