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MAGGIO 2024 FIELDBUS & NETWORKS 51 Fieldbus & Networks trollo, MES). È importante assicurarsi di avere sistemi di gestione aperti verso i principali protocolli di comunicazione dei sistemi IIoT, questo perché i sensori sono in grado di fornire le misure ma non il contesto operativo dell’asset di utilizzo, che invece è in capo ai sistemi di fabbrica o telecontrollo”. Morabito : “I progetti IIoT presuppongono l’adozione di soluzioni digitali che tal- volta richiedono agli operatori competenze specializzate in tecnologie dell’inno- vazione. Dunque, oltre alla reticenza che è possibile incontrare in aziende non del tutto disposte a introdurre nuovi sistemi nella loro routine produttiva, va conside- rato che si dovrà investire del tempo per un re-skilling/up-skilling del personale, attività che porteranno a rendere più efficiente il loro lavoro una volta conclusa la fase di training. L’introduzione dell’IIoT richiede infatti un cambio del paradigma culturale in tutta la catena del valore, arrivando a coinvolgere gli stessi modelli di business. In questo modo si trasforma la classica gestione dei prodotti in una più innovativa offerta di servizi e soluzioni a disposizione del cliente finale. Inoltre, il panorama delle aziende italiane è estremamente variegato in materia di digita- lizzazione; pertanto, non di rado chi vuole introdurre determinati sistemi IIoT si ri- trova a dover considerare costi aggiuntivi derivanti dall’installazione di dispositivi, reti o software, che rappresentano dei prerequisiti per l’introduzione di sistemi IIoT. Infine, il panorama è variegato anche a livello di macchinari usati, norme da rispettare, spazi di lavoro più omeno semplici da raggiungere, anche in condizioni ambientali ostili: tutto questo complica l’implementazione di progetti IIoT che non possono essere standard, ma devono possedere la capacità di adattarsi alle diverse condizioni. Sotto questo aspetto, l’ecosistema Siemens Industrial Edge è stato concepito in modo da integrarsi perfettamente con l’ambiente di linea pree- sistente: ciò significa che l’introduzione di nuove componenti hardware in campo viene minimizzata, e viene resa possibile l’installazione di soluzioni in parallelo all’operatività degli impianti, evitando dunque interruzioni di servizio e potendo sfruttare dispositivi di elevato grado industriale”. Ariano : “Un aspetto fondamentale che, se trascurato, diventa una criticità rile- vante, riguarda la realizzazione di un’accurata analisi di partenza per verificare che siano presenti le condizioni necessarie a tessere la trama della connettività tra macchine e sistemi industriali, con infrastrutture di rete adeguate e capaci di garantire le prestazioni richieste. Inoltre, intraprendere un progetto IIoT oggi deve essere un’iniziativa di livello strategico: è possibile sperimentare, in un ambito ristretto, su un determinato processo, sistema ecc., uno o più casi d’uso, considerando fin da subito gli elementi che ne possono garantire una scalabilità (budget di gestione, manutenzione, espansione; supporto delle linee di business, allineamento con l’IT). Infine, non bisogna dimenticare l’aspetto formativo: l’up- skilling o re-skilling del personale che opera nell’ambiente industriale, in modo che possano operare in modo realmente produttivo e contribuire con la loro capacità ed esperienza a un miglioramento continuo dei risultati”. Nacawa : “Le principali criticità in un progetto IIoT includono: la sicurezza dei dati e dei dispositivi, l’interoperabilità tra sistemi e dispositivi eterogenei, la ge- stione e l’analisi dei grandi volumi di dati generati e la privacy delle informazioni raccolte. Per affrontare queste sfide è necessario implementare misure di sicu- rezza robuste, come la crittografia dei dati, l’autenticazione multi-fattore e la ge- stione centralizzata delle autorizzazioni di accesso. Inoltre, è importante adottare standard e protocolli aperti per favorire l’interoperabilità tra dispositivi e sistemi di diversi fornitori, facilitando l’integrazione e la scalabilità delle soluzioni IIoT”. Andrighetti : “La cybersecurity oggi è una ‘conditio sine qua non’, un requisito che prima ancora che necessario deve essere inteso quale componente implicita di un progetto di digitalizzazione completa, finita. Ma la sicurezza non è l’unica criticità: la scalabilità, ovvero la disponibilità di una piattaforma aperta, che possa crescere insieme alle esigenze legate all’evoluzione futura del sistema e del suo scopo digitale, è un fattore altrettanto indispensabile. Per questo motivo, prima della tecnologia, un buon progetto di trasformazione digitale deve partire dall’analisi dei requisiti e da un accurato studio del modello che più risponde alle specifiche esigenze. È solo successivamente che la tecnologia entra in gioco. Anche il fattore umano può essere visto come un’insidiosa criticità. Spesso e volentieri, quando si affronta un progetto di digitalizzazione, in molti pensano che la prima cosa alla quale guardare con attenzione sia la tecnologia. Nulla di più sbagliato: questo approccio fa perdere di vista i veri obiettivi che, in primis, riguardano l’ottimizzazione dei processi. La formazione delle persone è perciò un fattore di estrema importanza in un modo full digital come quello che ci stiamo apprestando a vivere. Per questo, consiglio sempre di diffidare dalle aziende o dai consulenti che fanno della componente tecnologica il loro punto di inizio, mettendo in secondo piano aspetti quali l’ascolto, l’analisi, la condivi- sione degli obiettivi finali e un adeguato percorso di formazione”. Focus sulla security Introducendo sistemi IIoT ritiene che un’azienda corra dei rischi, per esempio, a livello di privacy, proprietà intellettuale e sicurezza in generale? Morabito : “Al contrario: la maggior parte dei sistemi IIoT presenti sul mercato è per sua natura conforme ai più comuni standard di cybersecurity. Infatti, solu- zioni IIoT vengono spesso proposte alle aziende, non solo per ottimizzare i loro processi, ma anche per dotarsi di sistemi di sicurezza in linea con le normative europee e, dunque, di provata efficacia sul tema. In altri termini, i sistemi IIoT non introducono problemi di sicurezza in azienda, bensì aiutano a risolverli e mitigarli. Bisogna inoltre tenere conto che gli aspetti relativi alla cybersecurity stanno diventando centrali per la progettazione di qualsiasi tipo di sistema pro- duttivo, specie complesso, anche nella valutazione della sicurezza intrinseca di cose e persone (si vedano i prossimi aggiornamenti della direttiva macchine). Potersi avvalere di sistemi innovativi e sicuri ‘by design’ porta un doppio vantag- gio in termini di benefici di efficienza e di sicurezza complessiva per macchine e impianti. L’edge computing, in questo senso, rafforza ulteriormente la sicurezza dei sistemi IIoT, in quanto si inserisce in un layer intermedio che disaccoppia i livelli IT e OT. La piattaforma Industrial Edge, per esempio, risulta aderente allo standard IEC62443 in tema di sicurezza dei sistemi di controllo industriale”. Nacawa : “Introdurre sistemi IIoT comporta alcuni rischi, come la vulnerabilità alla violazione della privacy e alla perdita di dati sensibili, il potenziale furto di proprietà intellettuale e le minacce alla sicurezza delle reti e dei dispositivi. Tuttavia, queste sfide possono essere affrontate implementando misure di si- Giuseppe Morabito di Siemens Digital Industries in Italia Franco Andrighetti di EFA Automazione - Gruppo Relatech

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