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Fieldbus & Networks FEBBRAIO 2023 FIELDBUS & NETWORKS 5 L’editoriale è a cura dei membri del Comitato Tecnico di Fieldbus & Networks e Automazione Oggi Editoriale Mi è capitato sul finire del 2022 di partecipare al ‘B2Best Award’, evento organizzato da Anes (Associazione Nazionale Editoria di Settore) durante il quale sono stati conferiti dei premi ad aziende e start-up operanti nell’universo B2B, distintesi per progetti particolarmente innovativi (a proposito, sono arrivate in finale ben 4 realtà già segnalate dalla nostra Lucilla La Puma nella rubrica ‘Start-up’ di Automazione Oggi, e 3 di queste hanno conquistato il podio: complimenti!). L’evento è stato anche occasione per parlare di Adriano Olivetti, uomo e imprenditore illumi- nato, padre del moderno PC, pioniere nel campo del design e non solo. Scomparve nel 1960, ma le sue idee, il suo stile, hanno continuato e continuano tuttora a fare scuola. “La fabbrica” diceva Olivetti “non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cul- tura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica”. Mai concetto fu più attuale, se pensiamo che una delle sfide dell’Industria 4.0 (anzi 5.0) è proprio quella di ‘mettere l’uomo al centro’, valorizzandone competenze e talenti. Non è il solo concetto che Olivetti, e l’azienda sua erede, hanno precorso... All’inizio degli anni ‘70 la Olivetti avviò una politica aziendale molto attenta alla difesa dell’ambiente e alla riduzione di ogni forma di inquinamento, con interventi che oggi possono apparire scontati, ma che decisi allora, prima che la regolamentazione nazionale li rendesse obbliga- tori, mostrano quel senso di responsabilità socio-ambientale che oggi vorremmo riscontrare in tutte le nostre imprese, così come nella coscienza di ognuno di noi. Ci si interrogava allora sul problema dei danni all’ambiente dovuti all’inqui- namento prodotto dallo sviluppo industriale. La Olivetti fu promotrice della campagna pubblicitaria ‘Save our planet’: 136 serie di 6 manifesti, firmati da noti autori, vennero consegnate ai 136 rappresentanti dei Paesi aderenti all’ONU; 2.000 copie realizzate grazie alla Olivetti furono vendute e il ricavato utilizzato per sostenere alcuni progetti dell’ONU a favore dei Paesi in via di sviluppo. Era il 1971! Cosa abbiamo fatto nei successivi quarant’anni? Che ne è stato di quel senso di responsabilità per l’ambiente? Ci stiamo rendendo conto solo oggi, in estremo ritardo, che le risorse del Pianeta sono finite; che il modello produttivo consumistico cui finora ci siamo affidati, non può durare; che il costo della mancanza di risorse dovremo, prima o poi, pagarlo tutti e che, come gli uomini di Rapa Nui, l’Isola di Pasqua, rischiamo di abbattere l’ultimo albero a nostra dispo- sizione. Cosa fare? Una buona notizia c’è: il nostro ‘asso nella manica’ si chiama digitalizzazione. Grazie alle soluzioni tecnologiche di cui oggi disponiamo, sempre più potenti e performanti, siamo in grado di raccogliere i dati - vero ‘oro’ del domani - analiz- zarli, trasformarli in informazioni, che vengono veicolate laddove servono, quando servono, per ottimizzare la produzione, ridurre gli sprechi, gestire meglio gli asset, anche energetici, puntando sulla sostenibilità. A patto, ovviamente, di avere reti di comunicazione all’altezza, sufficientemente veloci, affidabili, performanti, come promettono di essere, per esem- pio, nel mondo wireless, 5G e 6G. Il fine ultimo dovrà essere quello di abbracciare un modello circolare, sia per quanto concerne la produzione e distribu- zione di energia, attuando quella transizione ecologica e sostenibile di cui tanto si parla, sia relativamente ai processi di lavorazione e alla logistica dei beni di consumo. Digitalizzazione e sostenibilità dovrebbero ‘andare a braccetto’: investendo nell’una, otterremo anche l’altra. Tutto bene allora? L’unica variabile che, come sempre, sfugge a ogni controllo e, a volte, logica è la ‘componente umana’, alla quale in ultima analisi spetta di decidere come impiegare il ‘potere’ delle macchine... L’UOMO FA LA DIFFERENZA Ilaria De Poli @depoli_ilaria Coordinamento Fieldbus&Networks

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