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NOVEMBRE 2022 FIELDBUS & NETWORKS 7 Cover story Pilz Italia Coming together… I fabbricanti di macchine, intesi come soggetti che progettano e fabbricano una macchina, o che la fanno progettare e fabbricare e che la lanciano sul mercato e mettono in servizio con il proprio nome e marchio, rispondono a una serie di obblighi legislativi vigenti nel Paese di immissione. Le norme tecniche (alcune armonizzate in Europa per la Direttiva Macchine) sono documenti che stabili- scono per ciascuna legislazione lo stato dell’arte relativo a requisiti di diversa natura: materiali, soluzioni e metodologie da utilizzare, affidabilità dei sistemi da realizzare, test da effettuare. Uno standard normativo ha un iter di sviluppo ben preciso: partendo da un aggior- namento o da una bozza, se completamente nuovo, si passa alla versione in cui i diversi partecipanti al comitato tecnico propongono i propri commenti di revisione. Successivamente, dopo un voto formale di approvazione, la norma viene pubbli- cata con le eventuali indicazioni dei tempi di sostituzione della norma precedente. La sicurezza non è mai ferma: è contraddistinta da una certa dinamicità, da qui una delle motivazioni alla base del lavoro congiunto di Acmi e Pilz. …staying together… Pilz, che partecipa a diversi tavoli di lavoro di sviluppo normativo a livello inter- nazionale e rimane in costante aggiornamento, per questo è il partner giusto, scelto da Acmi per avere consulenza sulle tematiche di sicurezza. Ma cosa vuol dire ‘consulente’? La parola deriva dal latino ‘consûlens-entis’, participio presente del verbo ‘consulûre’, ovvero ‘consultare, deliberare’. La di- sponibilità a essere consultato per un consiglio tecnico, per arrivare a decidere, dopo una serie di opportune valutazioni, quale sia la strada migliore per garan- tire la sicurezza delle macchine è prerogativa del consulente in questo ambito. E invece il termine ‘sicurezza’? La parola deriva ancora una volta dal latino ‘sine cura’, che significa ‘senza preoccupazione’. La sicurezza nel settore industriale può essere definita non come l’assenza totale di rischi, impossibile da realizzarsi a livello pratico, ma da intendersi come assenza di rischi inaccettabili. Il principio di integrazione della sicurezza, valido nella Direttiva Macchine, ma estendibile anche ad altre direttive e regolamenti, prevede che il fab- bricante (o il suo rappresentante autorizzato) di un macchinario elimini o riduca sempre più i rischi agendo in maniera ordinata. Dalla fase di progettazione, quando si compiono le scelte relative ai com- ponenti e all’architettura, fino alla fase di realizzazione delle misure di pro- tezione, nel caso in cui il passaggio precedente non sia stato sufficiente a ridurre il rischio, si arriva in ultima istanza all’informazione e istruzione degli utilizzatori sul rischio residuo. È implicito da quanto affermato nei capoversi precedenti che, per sapere come ridurre un rischio, occorre in- nanzitutto valutare quanto grave, attraverso una stima e una valutazione, processo iterativo per il quale si può arrivare a considerare l’eventuale ri- schio rimanente come accettabile. “La valutazione dei rischi effettuata dagli esperti Pilz ha rappresentato la base per la realizzazione in sicurezza del nostro impianto e per l’identificazione di adeguate misure protettive” spiega Contesso, safety manager di Acmi. La progettazione di un sistema di sicurezza, se non inizialmente analizzato nel dettaglio dei movimenti che la macchina presenta e dei relativi rischi, può por- tare alla realizzazione di funzioni di sicurezza con affidabilità eccessive, defi- nendo soluzioni dal Performance Level obiettivo (PLr), in accordo alla norma 13849-1, troppo elevati. “Grazie all’expertise di Pilz sulla sicurezza delle mac- chine siamo stati poi in grado di implementare in autonomia le corrette misure necessarie” continua Contesso. “Il che ha consentito ad ACMI di assolvere gli oneri legislativi richiesti, di vendere macchine sicure e, al contempo, di ottimiz- zare i costi in maniera considerevole, garantendo i livelli di affidabilità richiesti senza complicare eccessivamente componentistica e architettura”. …working together Questo l’iter di tanti anni di lavoro congiunto tra le due aziende, su di un numero di progetti talmente elevato che non può bastare questo articolo a elencarli tutti. Altrettanto numerosi i Paesi in cui ACMI ha esportato i propri macchinari e impianti: dal suolo europeo, in cui è stata fornita la conformità per la marcatura CE, al Brasile, dove è richiesta la redazione dell’annotazione di responsabilità tecnica per NR12, fino ad arrivare, in seguito alla recente uscita del Regno Unito dall’Europa, in terra anglosassone con la nuova conformità Ukca. “La certezza che Pilz, grazie alla sua presenza capillare, può seguire la macchina dall’Italia, dove abbiamo la progettazione, a moltissimi Paesi del mondo è per noi assai importante, perché molto spesso la fase di installazione finale è il Collaborazione e fiducia uniscono Acmi e Pilz da oltre 10 anni Acmi ha scelto Pilz quale partner per avere una consulenza valida sulle tematiche di sicurezza relative alle sue macchine

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