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NOVEMBRE 2022 FIELDBUS & NETWORKS 43 Fieldbus & Networks di euro di investimento in infrastrutture a banda larga generi effetti moltiplica- tivi sul valore della produzione (aumenta di oltre 2,5 miliardi di euro), sull’oc- cupazione (aumenta di oltre 15.000 unità) e sul valore aggiunto (aumenta di un miliardo di euro). Estendendo l’analisi per includere gli effetti di ricaduta, l’au- mento della penetrazione della banda larga ha impatti positivi sul PIL (un incre- mento di 10 punti percentuali della penetrazione della banda larga è associato a un aumento medio del PIL dell’1%) e sulla sostenibilità ambientale, in termini di riduzione della CO2 prodotta nel sistema economico. Secondo l’analisi, per il suo ritardo del 20% sulla media europea per la diffusione della banda larga, l’Italia perde circa il 3% del PIL. Il danno è del 3,2% sul PIL pro-capite, invece, per lo scostamento tra i ridotti limiti elettromagnetici italiani e quelli europei. Politiche di semplificazione, revisioni dei limiti elettromagnetici, diffusione della cultura digitale e maggiore offerta di servizi pubblici online sarebbero da intra- prendere subito. Le vivaci dinamiche del mercato degli ultimi anni sono state abilitate da un decennio di investimenti, legati a uno sviluppo parallelo delle reti di nuova ge- nerazione di rete fissa e mobile. Gli investimenti complessivi sono stati di oltre 70 miliardi di euro, con una significativa accelerazione nell’ultimo quinquennio, senza considerare gli acquisti delle frequenze. In sintesi, la capacità delle reti è cresciuta in modo esponenziale, passando dalla banda larga di prima gene- razione, fino all’attuale superamento della soglia del Gigabit/s. Anche le reti mobili consentono ormai di raggiungere valori di picco per cella confrontabili e velocità di oltre 100Megabit/s per singolo cliente, inaugurando definitivamente l’era delle reti ad altissima capacità (Vhcn, Very High Capacity Network). Il sistema economico ringrazia Attraverso l’analisi delle interdipendenze settoriali ed econometriche si com- prende come il peso delle telecomunicazioni sia molto rilevante, generando effetti virtuosi sull’intero sistema economico nazionale. Considerando il contri- buto diretto, indiretto e indotto, il settore delle telecomunicazioni ha prodotto nel 2020 un giro d’affari di 71 miliardi di euro, contribuendo al 2,3% del PIL, un valore superiore ad alcuni dei tradizionali settori del made in Italy. Allo stesso tempo, l’apporto in termini occupazionali è stato di 218.600 posti di lavoro. A fronte di ogni euro di valore aggiunto, generato direttamente dal settore delle telecomunicazioni, ne vengono generati ulteriori 1,3 nel sistema economico. In termini, invece, prospettici, le analisi quantificano l’impatto di un’accelerazione del processo di infrastrutturazione nelle reti di telecomunicazioni e della diffu- sione dell’utilizzo della connettività per allinearsi con la media UE. Tale alline- amento porterebbe benefici rilevanti per il Paese e un incremento potenziale di 40,9 miliardi di euro di PIL (+2,2%), 65,2 miliardi di euro di valore della data economy, 1,2 miliardi di euro di investimenti diretti esteri e un effetto deflazio- nistico del settore, che ha visto nell’ultimo decennio la riduzione dell’indice dei prezzi di oltre il 30%. E per le imprese? Uno studio congiunto WindTre e The European House Ambrosetti riporta l’ef- fetto specifico sulle imprese italiane. Il primo dato che emerge è la diffusa con- sapevolezza della rilevanza delle telecomunicazioni durante la crisi pandemica. L’80% dei rispondenti considera il settore particolarmente rilevante, così come coloro che ritengono la prosecuzione degli investimenti in infrastrutture e servizi molto importante per lo sviluppo del proprio business. La conseguenza è che le telecomunicazioni sono sempre meno considerate come un costo da ottimiz- zare, e sempre di più come una risorsa, che può contribuire ad abilitare nuove opportunità di business. Per questo motivo, oltre la metà dei rispondenti rico- nosce negli operatori di telecomunicazioni un potenziale partner per sostenere lo sviluppo di nuovi servizi a valore aggiunto. L’analisi mostra come la penetrazione della banda ultra-larga rispetto ai 4 mag- giori Paesi europei porterebbe un incremento di produttività di oltre 100 miliardi di euro in Italia, con effetti positivi di trascinamento del 5G, grazie a velocità e capacità delle reti, tempi di latenza ridotti, numero di dispositivi connessi alla rete e processi di sostenibilità energetica. Sono ormai numerosi i casi di utilizzo, che vanno dal settore delle utility (smart grid), all’industria manifatturiera (Indu- stry of Things), fino ai trasporti e alla logistica (automatic vehicle monitoring), nonché al settore sanitario (eHealth). I contributi in termini di efficienza nell’uti- lizzo delle risorse e riduzione dei costi è dell’ordine di diversi punti percentuali e permette un importante recupero di produttività, liberando risorse per ulteriori investimenti strategici. A che punto siamo oggi con il 5G? Da un report Gsma si apprende che le tecnologie e i servizi mobili hanno con- tribuito al PIL europeo per 757 miliardi di euro nel 2021, e a fine giugno 2022 i servizi commerciali 5G risultano in capo a 108 operatori in 34 mercati europei, con una progressiva adozione da parte dei consumatori. Gli utenti 5G rappre- sentano il 6% della customer base totale, ma per spingere le nuove reti serve maggiore attenzione alla creazione di corrette condizioni di mercato, a partire dagli obblighi di infrastrutturazione in capo alle web company. Gli obiettivi dell’ambizioso piano del decennio digitale rischiano di essere disat- tesi a causa di una diffusione del 5G non in linea con quanto preventivato. È la Norvegia il primo Paese in classifica con il 16% di utilizzo del 5G, ma uno slancio positivo si registra anche in Svizzera (14%), Finlandia (13%), Regno Unito (11%) e Germania (10%). L’Europa è ancora lontana dalle economie più avanzate e si stima che entro il 2025 l’adozionemedia del 5G in Europa raggiungerà il 44%, con Regno Unito eGermania in testa alla classifica con tassi di adozione, rispettivamente, del 61%e del 59%. Una crescita lontana da quella che saràmessa a segno dalle eco- nomiemondiali più avanzate. L’adozione del 5Gdovrebbe essere del 73% in Corea del Sud nel 2025, mentre Giappone e Stati Uniti dovrebbero raggiungere il 68%. 474m (excluding licensed cellular IoT) Uniquemobilesubscribers 480m 692m 704m SIMconnections 2025 2021 2025 2021 2025 2021 2025 2021 2025 2021 2021 433m 453m Mobile internetusers Penetration rate Percentageofpopulation Penetration rate Percentageofpopulation 86% 87% Penetration rate Percentageofpopulation 79% 82% 126% 128% 4G 52% 2025 2021 75% Licensedcellular IoTconnections €109bn Public funding 1.3 million jobs Employment supported indirectly Plus an additional Total revenues 90%on5G 172m Mobile industrycontribution toGDP 406m 2025 2021 80% 84% Smartphones 2025 2022 Operator capex €162bn €169bn Operator revenuesand investment Mobile ecosystem contribution to public funding (before regulatory and spectrum fees) 2021-2025 0.4% CAGR 1.1% 2021-2025 CAGR 0.3% 2021-2025 CAGR Percentage of connections (excluding licensed cellular IoT) 5G (excluding licensed cellular IoT) 1.4 million jobs Directly supportedby themobile ecosystem in2021 €122bn The Mobile Economy Europe 2025 2021 2025 2021 2025 2021 Percentage of connections (excluding licensed cellular IoT) 2025 311m 2025 44% Connections Adoption 2025 2021 €840bn ofGDP 4.5% €760bn Le tecnologie e i servizi mobili hanno contribuito al PIL europeo per 757 miliardi di euro nel 2021 e a fine giugno 2022 i servizi commerciali 5G risultano in capo a 108 operatori in 34 mercati europei, con una progressiva adozione da parte dei consumatori Fonte: Gsma

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