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Fieldbus & Networks NOVEMBRE-DICEMBRE 2020 FIELDBUS & NETWORKS 7 L’editoriale è a cura dei membri dei Comitati Tecnici di Fieldbus & Networks e Automazione Oggi È stato raggiunto pochi giorni fa, non senza polemiche, l’accordo fra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e TIM per la realizzazione della ‘Rete Unica’, la rete ultra-veloce in fibra ottica che consentirà la digitaliz- zazione del Paese. L’accordo prevede che, entro il primo trimestre del 2021, divenga operativa la società AccessCo, che nascerà dalla fusione della costituenda FiberCop con Open Fiber. AccessCo provvederà all’estensione del backbone della fibra ottica alle aree del Paese non ancora cablate e all’aggiorna- mento della rete secondaria con la sostituzione dei cavi in rame, che collegano le ‘morsettiere di strada’ alle abitazioni, con cavi in fibra ottica. AccessCo offrirà quindi i servizi all’ingrosso ai singoli operatori che, a loro volta, venderanno le connessioni ai privati. TIM deterrà almeno il 50,1%di AccessCo, per cui sarà necessario garantire ‘l’indipendenza e la terzietà’ della società, garanzia che dovrebbe essere assicurata da CDP in quanto titolare del diritto di veto. La banda ultra-larga è fondamentale per la digitalizzazione del Sistema Paese e la digitalizzazione è il presupposto impre- scindibile per aumentare la produttività e l’efficienza nel processo, in divenire, di smaterializzazione e qualificazione dei servizi e delle attività produttive. Purtroppo l’Italia si trova in una posizione svantaggiata, dato che, secondo l’Indice Desi della Commissione Europea (edizione 2020), si posiziona al 25° posto sui 28 Paesi UE, arretrando addirittura di due posizioni e precedendo solo Romania, Grecia e Bulgaria. È importante che questo gap venga colmato rapidamente, poiché il fattore tempo non è una variabile indipendente: chi arriva tardi avrà difficoltà a recuperare gli spazi già occupati da altri nello sviluppo di nuovi servizi qualificati che permet- teranno di utilizzare al meglio le nuove infrastrutture digitali. Secondo uno studio di ‘The European House - Ambrosetti’, il contributo di incremento del PIL conseguente al pieno dispie- gamento della Banda Ultra Larga in Italia è quantificabile in un aumento pari a 180,5 miliardi di euro cumulati tra il 2020 e il 2030: non è cosa da poco. Tuttavia, perché ciò si realizzi non basta investire nella rete unica, ma occorrerà sviluppare nuovi servizi sia di tipo infrastrutturale, sia di tipo applicativo. Inoltre, sarà di fondamentale importanza l’accrescimento culturale di persone, aziende e pubblica amministrazione. I servizi infrastrutturali che daranno valore alla fibra ottica sono vari; fra i più importanti figurano certamente le reti mobili 5G e l’edge computing. La sperimentazione del 5G è stata già avviata in alcune grandi città, ma mancano tuttora indicazioni chiare circa la strategia e i tempi del completamento della rete. Le incertezze ancora presenti sul rapporto con i fornitori cinesi e le difficoltà che si incontrano a livello locale, dovute alla resistenza della popolazione all’installazione di nuove celle 5G, per il timore di conseguenze negative sulla salute, ne stanno rallentando la diffusione. Piuttosto che rallentare, invece, sarebbe il caso di accelerare dato che, secondo il ‘readiness’ della Commissione Europea l’Italia è al quarto posto dopo Germania, Finlandia e Ungheria, mentre la Spagna annuncia la copertura del 75% della popolazione entro la fine del 2020. Per quanto riguarda l’edge computing le cose vanno anche peggio: è un argomento molto dibattuto ma il livello degli inve- stimenti sembra essere ancora scarso. Secondo MarketsandMarkets (2019), nel mondo il totale degli investimenti è vicino ai 3 miliardi di dollari, di cui 1,2 miliardi in USA, 800 milioni in Europa e 500 milioni di dollari in Asia. L’edge computing ha una grande relazione con lo sviluppo delle reti mobili 5G, conseguentemente, soprattutto in Italia, difficilmente decollerà finché la rete in fibra non sarà ampiamente diffusa. Poi ci sono i servizi applicativi, quali l’Internet of Medical Things (IoMT), la realtà virtuale e aumentata, l’intelligenza artificiale, il cloud ecc. I servizi applicativi potranno fare la differenza sulla competitività e sull’occupazione e potranno avere un impatto importante sulla crescita del PIL. È auspicabile che in questo settore si investa molto e in un futuro sempre più prossimo. Evaldo Bartaloni Editoriale QUESTIONE DI… BANDA
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