AES_8 2022

Primo piano 31 DOSSIER Automazione e Strumentazione n Novembre - Dicembre 2022 tali: revisione della cultura organizzativa, flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro, dotazione tecnolo- gica e spazi fisici”. Risulta abbastanza chiaro invece il termine telelavoro, o lavoro da remoto, che si applica a tutte le prestazioni lavorative svolte al di fuori della sede aziendale con il supporto di tecnologie ICT e non implica necessaria- mente una revisione della filosofia manageriale con la ridefinizione dei tempi e degli spazi di lavoro. Peraltro la citata legge 81 è molto precisa e, nell’ar- ticolo 18 pone una definizione di Lavoro Agile improntata su flessibilità organizzativa, volontarietà delle parti e adozione di strumentazione tecnologica: “Lo Smart Working, a livello giuridico, va dunque inteso come modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di stru- menti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”. Una definizione assai diversa da quella di Telelavoro che è ben disciplinato sia per il settore pubblico sia per il privato già dal 2004. Alla luce della definizione sopra richiamata, si può analizzare il fenomeno e delineare le prospettive declinando i quattro pilastri fondamentali: le tecno- logie, le competenze, gli spazi, la cultura. Le tecnologie L’Osservatorio del Politecnico individua le tecnologie digitali più idonee per il LavoroAgile e le raggruppa in quattro macro-categorie: Social Collaboration, Secu- rity, Mobility, Workspace. Ci sono gli strumenti per la Social Collaboration, quelli cioè che integrano e supportano i flussi di comu- nicazione creando nuove opportunità di relazione, collaborazione e condivisione della conoscenza come, ad esempio, strumenti di instant messaging, webconfe- rence, convergenza fisso-mobile. “Imparare ad utilizzare in modo corretto queste tecno- logie consente di abilitare modalità di comunicazione, collaborazione e interazione con colleghi, clienti e partner tra persone che non sempre si trovano nello stesso luogo. Le iniziative di Social Collaboration per- mettono di limitare i trasferimenti per incontri in cui non sia fondamentale la presenza fisica fornendo un’al- ternativa valida alla collaborazione; questo permette di avere delle implicazioni positive per le persone e per le organizzazioni in termini di costi di trasferta evitati”. Ci sono poi le tecnologie per la Security grazie alle quali si può accedere in modo flessibile, semplice e immediato, indipendentemente dal device adottato, a un ambiente profilato che contiene applicativi, dati e informazioni in totale sicurezza e preservando l’in- tegrità dei dati. In questo gruppo di servizi rientrano sia soluzioni più tradizionali come l’accesso tramite VPN (Virtual Private Network), sia le soluzioni di virtualizzazione basate su Cloud. Nell’implementare un progetto di Smart Working, è fondamentale garantire la presenza di un canale sicuro per accedere anche da remoto con soluzioni atte a garantire la sicurezza dei dati: tali soluzioni sono già ampiamente presenti nelle grandi aziende Le competenze prioritarie dello Smart Working comprendono le capacità di ripensare prodotti, processi produttivi, modalità di collaborazione e un utilizzo consapevole di strumenti e tecnologie di comunicazione Le tecnologie digitali più adatte a rendere efficiente lo Smart Working, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, rientrano in quattro macro-categorie: social collaboration, security, mobility, workspace

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