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Automazione e Strumentazione n Novembre - Dicembre 2021 primo piano 9 EDITORIALE L’automazione risponde al colpo assestato dal Covid Consulente in automazione industriale Michele Maini Product Marketing Manager Yokogawa Massimiliano Veronesi In questi ultimi due anni la pandemia ha determinato vari cambiamenti nelle nostre vite, dai comportamenti individuali ad attività che non si possono più svolgere come prima; non sono state immuni al virus (una volta tanto non di tipo informatico) anche le tecnologie del controllo e lo sviluppo dei progetti di automazione che ne sono invece rimasti influenzati, in prima battuta, in modo non trascurabile. Operare e collaborare a distanza e con meno risorse sono diventate quindi esigenze da saper soddisfare sia da parte di chi fornisce tecnologia sia da chi sviluppa l’applicazione e infine anche dall’utente finale che utilizza il sistema di automazione. Per esempio, la simulazione viene più estensivamente impiegata in fabbrica per ridurre al minimo i collaudi in presenza sul sistema reale e la durata della messa in marcia: si va dai semplici programmi per la chiusura software degli anelli di regolazione e controllo (i meno giovani, come chi scrive, ricorderanno la realizzazione hardware rappresentata dai cosiddetti ‘ponticelli’) ai complessi pacchetti di simulazione dinamica del processo sotto controllo basata su modelli matematici a principi primi delle relazioni chimico-fisiche in gioco. Spesso il collaudo stesso in fabbrica (FAT) si svolge a distanza (salvo pochissime persone fisicamente presenti presso i cabinets contenenti l’hardware), consentendo quindi la partecipazione ad una più ampia platea di specialisti, che non devono così necessariamente recarsi presso il fornitore o in sito. Una accelerazione l’ha subita anche la remotizzazione della configurazione del sistema di automazione: opportuni meccanismi e formalismi (‘bulk engineering’ in formati tabellari per non specialisti) sono stati messi a punto per condividere in modo sicuro (stavolta dal punto di vista informatico) il progetto tra colleghi che possono trovarsi in città diverse per realizzare la ‘concurrent engineering’; in questo modo il database, le logiche e le pagine grafiche vengono sviluppate indipendentemente da risorse con competenze diverse che possono anche attingere a serbatoi comuni di cosiddetti ‘tipici’, ovvero oggetti software (funzionali o grafici) che vengono impiegati diffusamente nei progetti. Un aspetto collegato è quello relativo alla gestione della documentazione digitale del sistema e dell’applicazione: anche qui tecnologie e competenze di networking, cybersecurity e realizzazione di ipertesti stanno permeando lo sviluppo dei progetti di automazione. Infine, va considerata l’influenza sull’esercizio e la conduzione del sistema, nella direzione di renderla meno dipendente dalla presenza fisica e dalle competenze specifiche degli operatori: controlli avanzati di tipo predittivo, model-based o fuzzy possono anticipare le azioni più efficaci; algoritmi di machine- learning per la gestione degli allarmi o la trasformazione di grandi moli di dati in informazioni possono rappresentare un prezioso ausilio per un più ridotto personale di esercizio; interfacce utente più congeniali agli operatori e ai loro stili di interazione possono rivelarsi fattori chiave per l’efficienza e la sicurezza. La pandemia ha dunque sferrato il suo colpo pesante ma, grazie alla moderna digitalizzazione, l’automazione ha consentito di rispondere a tono, senza perdere il passo. In occasione del recente Save (Verona), un convegno Anipla ha fornito alcuni interessanti contributi proprio su questi temi, dimostrando ancora una volta come l’Associazione possa dare un significativo contributo in termini di aggiornamento e confronto tra i professionisti del settore. I qualificati relatori hanno illustrato alcune soluzioni per gestire il distanziamento sottolineando però come lo spirito di squadra e di franca collaborazione, che si realizza in un team di progetto in occasione delle fasi di collaudo, sia molto difficilmente ottenibile quando i tecnici non si trovano fisicamente nello stesso posto; giusto riconoscimento è stato dato anche alle fondamentali attività di formazione del personale e al ruolo cruciale che la sicurezza informatica gioca per evitare che connettività e condivisione dei dati introducano rischi di intromissione o indisponibilità che nessuna organizzazione vuole correre.

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