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EVENTI Primo piano 22 Novembre - Dicembre 2021 n Automazione e Strumentazione cienza produttiva, della flessibilità e della qualità. Un passo cruciale riguarda l’arricchimento delle archi- tetture di automazione a livello operation (OT) con la compenetrazione delle tecnologie informatiche (IT). Su questo sono stati significativi i contributi di Fabio Rosso di Balluff Automation e di Marco Artoli di Lapp Italia . Il primo ha considerato le principali sfide dei forni- tori, chiamati a offrire soluzioni valide che possano essere efficaci, economiche, scalabili, standard e semplici da implementare; in tal senso ha richiamato la comunicazione con sensori e attuatori come primo step per la smart factory e ha indicato la IO-Link come la tecnologia standard alla base della genera- zione di informazioni. Si tratta, come è noto, di una solida comunicazione digitale seriale point-to-point basata sui classici cavi a 3 fili ampiamente utilizzati nell’automazione. IO-Link consente a un semplice sensore di diventare Multi data-point e di consentire traffico di rete e quindi mettere a disposizione servizi quali IIot a bordo macchina e una serie di utili appli- cativi disponibili open source. La raccolta di tutti i dati a livello di impianto consente il condition moni- toring, che implica l’osservazione di uno o più para- metri dello stato di un componente o di un gruppo e dell’ambiente che lo circonda, al fine di evidenziare eventuali variazioni significative che sono precursori di un guasto, di un malfunzionamento o comunque causeranno un fermo macchina o un calo nella qua- lità della produzione stessa. E non ci si limita a rile- vare questi dati ma è possibile aggregarli per poter gestire solo i dati utili aggiungendo altre funzionalità che considerano non solo i parametri fisici classici ma anche una media, un numero di ore lavorate, l’in- clinazione, oppure inserire delle porte logiche o dei temporizzatori o altro ancora. In pratica, ciò significa che nella scelta di un componente di un impianto non vanno valutate solo le sue caratteristiche operativa ma anche il suo livello di accessibilità e le sue capa- cità di comunicazione e connettività. Sull’infrastruttura che abilita la smart factory e in particolare sulle reti Ethernet si è soffermato Artioli a partire dal confronto tra l’applicazione di Ethernet al mondo IT e a quello OT: due facce della stessa meda- glia, dove però nel secondo caso si parla di compo- nenti con numero di porte limitato mentre è elevato nel caso IT, di una elevata presenza di disturbi elet- tromagnetici, di piccoli pacchetti dati e di tempi di risposta di milli o microsecondi e non solo di secondi come nel mondo IT. Ecco allora le sfide delle reti Ethernet nella factory. Una è l’integrazione: date le classi IP differenti tra macchine e fabbrica, si devono modificare gli IP di ogni macchina e si deve ritestare la rete; inoltre la presenza di più dispositivi con gli stessi indirizzi può generare conflitto di indirizzi IP. Altra sfida è la velocità: il sempre maggior numero di nodi nella rete è causa di problemi e il sovracca- rico causato da pacchetti broadcast, da webcam e telecamere industriali è spesso causa di lentezza o instabilità della rete. Una terza sfida è quella della sicurezza: il fatto che le reti siano connesse al cloud e che tutti i ‘servizi’ siano su Ethernet richiede mag- gior attenzione a questo aspetto e d’altra parte la cre- scente complessità dei sistemi aumenta le possibilità di attacchi informatici. Di fronte a queste sfide, come approcciare la conver- genza tra IT e OT? Secondo Artoni, sono tre i prin- cipali fattori da tenere presenti: il carico di rete, cioè bisogna conoscere la quantità di dati generati da ogni dispositivo; la profondità della rete, dato che ogni ‘passaggio’ da uno switch introduce un ritardo nella trasmissione; la segmentazione e segregazione, che comporta la creazione e gestione di particolari ‘zone’ e la creazione e gestione di ‘canali di interscambio’. Ci sono poi alcune considerazioni generali, che val- gono per la progettazione dell’infrastruttura di rete ma rappresentano criteri di metodo validi per costru- ire l’industria smart del futuro; nelle parole di Artoli sono: l’uso esclusivo di componenti per applicazioni industriali e il supporto di partner qualificati. n Un’applicazione pick and place ad alta velocità per l’industria dei semiconduttori

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