AS_08_2019

SCENARI primo piano 33 anche al di fuori della fabbrica, fino all’ambito sociale e civile. L’azienda ha investito molto nella realizzazione delle abitazioni per i lavoratori; un fatto total- mente rivoluzionario per l’epoca - par- liamo di un secolo fa - e realizzato con criteri di assoluta modernità: erano case confortevoli e ben fatte, dotate di elettri- cità, acqua corrente e tutti i servizi neces- sari. Accanto alle abitazioni l’azienda ha costruito anche le scuole, l’ospedale, lo stadio ecc. Negli anni seguenti que- sto modello è stato esportato in tutto il mondo , nei luoghi dove sono sorti le fabbriche Bata: in Inghilterra, Olanda, India, Canada, Croazia, Usa, Indocina. È un approccio che ricorda altre espe- rienze di imprenditoria ‘illuminata’, anche nella storia italiana: come non pensare ad Adriano Olivetti e al suo Movimento Comunità ; oppure al sito Unesco di Crespi d’Adda che testimo- nia la possibilità di realizzare un ‘Villag- gio ideale del lavoro’ attorno all’azienda tessile della famiglia Crespi. I vantaggi della collaborazione Convinto sostenitore della attualità di que- sto approccio alla gestione aziendale è Ota Horak, imprenditore, dirigente della Spo- luWorks di Kyjov (Repubblica Ceca) che ne ha parlato durante un incontro in Italia dedicato all’innovazione, alcuni mesi fa a Rimini. Horac ha centrato tutto il suo rac- conto attorno alle parole collaborazione e unificazione , non senza aver fatto notare che queste idee sono molto forti in Paesi come la Slovacchia e fanno parte delle radici di quei popoli; radici che, nono- stante le burrascose vicende storiche pas- sate, sono ancora presenti e incidono sulla cultura e sul modo di affrontare i problemi, anche quelli tecnici e produttivi. Quali sono quindi i pilastri dell’approccio Bata alla gestione aziendale? Il primo si può sintetizzare con l’espres- sione ‘servire il pubblico’ vista come esplicito scopo del business; dove con ‘pubblico’ si intendono le persone con cui e per cui si lavora e con ‘servizio’ si intende tutto ciò che in azienda si fa avendo sempre presente il bene di queste persone. Il secondo pilastro è la collaborazione , vista come potente strumento che ci con- sente di perseguire l’obiettivo di servire il pubblico. “Un argomento spesso addotto contro il concetto di collaborazione”, ha detto Horac, “è che questa non ci spinge al superamento dei nostri limiti e che invece è la lotta, la competizione, a indurci a dare il nostro meglio. Nella concezione di Bata però la collaborazione è la ‘nobile concor- renza’: la concorrenza in effetti è il modo per scoprire qual è il servizio al pubblico più efficace e più efficiente; è cercando di offrire il servizio migliore che riusciamo a dare il nostro massimo potenziale”. Ma cosa c’è di così unico nel fare del servizio al pubblico l’obiettivo principale del business? Storicamente il business deve conseguire tre obiettivi fonda- mentali : fare profitti, adesso e in futuro, garantire un ambiente soddisfacente per i lavoratori adesso e in futuro, soddisfare il mercato adesso e in futuro. Ogni azienda deve decidere quale tra questi obiettivi

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