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Automazione e Strumentazione n Ottobre 2024 Tecnica 95 SCENARI di proprietà intellettuale, si configura come un importante driver di crescita per le imprese. Pro- teggere e sfruttare in modo efficace l’IP può con- sentire alle aziende di differenziarsi sul mercato, proteggere i propri investimenti in R&S e gene- rare entrate attraverso la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi. Ma quanto vale un brevetto? La risposta a questa domanda ha generato cause legali milionarie e lunghe trattative sulle royal- ties, evidenziando la complessità di un processo che ha suscitato i più accesi dibattiti. Gli investimenti in proprietà intellettuale sono spesso considerati solo nella loro cornice legale, ovvero come sistema di tutela giuridica dei beni immateriali frutto dell’inventiva e dell’ingegno dell’uomo. Tuttavia, essi rappresentano un asset strategico per molte aziende dal momento in cui stimolano i fattori di competitività, d’innova- zione e di crescita. Bisogna partire con l’evidenziare che la valu- tazione attraverso il numero di brevetti nel por- tafoglio dell’azienda non stima con esattezza il valore della proprietà intellettuale. I beni imma- teriali sono però difficili da valutare, nonostante il ruolo cruciale che rivestono, a causa della forte volatilità e dell’alto rischio associato a investi- menti in questo ambito. Secondo i dati Cipher (2020) le aziende ameri- cane attribuiscono diversi obiettivi agli investi- menti brevettuali, con il 62% concentrato sugli aspetti difensivi di tutela e il 16% sull’aspetto reputazionale. Oltre alla protezione legale, i por- tafogli brevettuali possono generare royalties attraverso il licensing-out e assicurare posizioni di monopolio nel mercato di riferimento. La gestione di tali strategie richiede però necessaria- mente un allineamento con la visione aziendale e la considerazione del fatturato complessivo prima di impegnarsi in investimenti significativi in ricerca e sviluppo. Il ruolo chiave della proprietà intellettuale nella crescita di un’azienda può essere individuato in primo luogo in relazione alla diversificazione dei ricavi. Difatti, il possesso di un portafoglio di proprietà intellettuale può consentire a un’a- zienda di generare entrate supplementari, attra- verso la licenza di tecnologie o marchi a terzi, senza dover necessariamente ampliare la produ- zione o i servizi. Inoltre, la monetizzazione della proprietà intellettuale tramite le licenze può cre- are maggiori profitti, creando un vantaggio com- petitivo che può essere investito nell’ingresso in nuovi mercati fino a quel momento inesplorati. I brevetti consentono alle aziende di trarre van- taggi da licenze non direttamente legate alla produzione; tra i benefici degli investimenti in proprietà intellettuale ci sono il prestigio tecnico attraverso un portafoglio brevettuale innovativo e forme di tutela che scoraggiano i concorrenti dal brevettare nello stesso settore. In questo scenario, la tutela del diritto di pro- prietà intellettuale può conferire, inoltre, una posizione monopolistica, seppur temporanea, su determinate tecnologie o prodotti, facendo sì che l’azienda possa stabilire una posizione di domi- nio nel mercato. Per valutare l’efficacia economica della proprietà intellettuale si utilizza la misura del Return on Investment (ROI), una misura che prende in con- siderazione il costo totale degli investimenti (CI) rispetto al ritorno finanziario (RF). Calcolare il ROI per i brevetti può essere però un compito articolato che coinvolge molteplici variabili di natura finanziaria, temporale e di mercato. Inol- tre, il ROI dei brevetti può variare notevolmente in base al settore, al tipo di brevetto e alle strate- gie di gestione della proprietà intellettuale dell’a- zienda. Una ricerca condotta da Estep et al. (2021) uti- lizza un modello decisionale gerarchico (HDM) per valutare gli indicatori di successo del pro- cesso attraverso il quale queste innovazioni ven- gono condivise e applicate in diversi contesti e Proteggere e sfruttare efficacemente la proprietà intellettuale può consentire alle imprese di tutelare gli investimenti R&S e facilitare l’innovazione

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