AES_6 2022

Automazione e Strumentazione n Settembre 2022 Primo piano 9 EDITORIALE Supervisione intelligente di impianto, sviluppare lo Smart Scada Software Product Manager - Product Development Department, Breton Federico Milan L’industria manifatturiera e di processo (dagli anni 60) adotta tecnologie capaci di raccogliere, storicizzare ed elaborare dati allo scopo di monitorare e comandare processi produttivi. Le architetture tipicamente usate sono Scada, DCS, supervisioni generiche a volte completate da sistemi MES (manufacturing execution system) e WMS (warehouse management system). Queste soluzioni appartengono al mondo operational technology (OT) e spesso vengono usati approcci di tipo technology-centered. La trasformazione digitale, causa e figlia della rivoluzione 4.0, ha il merito di aver introdotto nuove tecnologie (IIoT, cyber physical system, Edge, Big Data, Cloud ecc.) molte delle quali di derivazione informatica (IT). Le nuove tecnologie potrebbero mettere in discussione la supervisione classica e sostituirsi a questa, al contrario un’accurata tassonomia evidenzia come le nuove tecnologie possono essere vettore di innovazione e complemento alla canonica supervisione giungendo così ad una supervisione intelligente di impianto o ‘Smart Scada’. I punti cardine di una supervisione intelligente di impianto sono: sostenibilità, alta disponibilità, apertura tecnologica e soluzioni human-centered design. La sostenibilità interessa il cliente (produzione, manutenzione...) e lo sviluppatore (project management, sviluppo…). Progettare la supervisione di impianto non è mai un compito semplice, le modifiche in corso d’opera sono la regola e non l’eccezione, i processi sono tra loro legati e le interazioni sono complesse, l’utilizzatore deve avere informazioni chiare, semplici e sempre disponibili. Lo Smart Scada deve essere personalizzato sulle esigenze del cliente e garantire il rispetto dei tempi e dei costi come lo farebbe un prodotto a catalogo. Sviluppare una supervisione intelligente di impianto significa progettare tecnologie abilitanti, ovvero a supporto dell’utente finale. Una supervisione innovativa ha bisogno dello Smart Scada Framework, ovvero l’insieme delle architetture tecnologiche (hardware e software) e dei principi per affrontare temi come: applicabilità, sostenibilità, interazione e usabilità. Lo Smart Scada Framework è costituito da tre principi di base: convergenza, scalabilità e modularità. La convergenza permette di unire tecnologie IT e OT cogliendo il meglio di entrambe. La scalabilità permette l’adattabilità della soluzione a livello di macchine, linee e impianto, inoltre favorisce una gestione di progetto flessibile. La modularità permette di realizzare moduli tecnologici e funzionali in grado di gestire, senza aumento di effort, le modifiche in corso d’opera e favorire adattabilità della soluzione. La modularità è sorretta dal concetto di modulo, quest’ultimo deve soddisfare tre principi: auto-consistenza, replicabilità e componibilità. Il framework proposto (chiamato ‘3 + 3 principi’) consente di ‘rompere’ la classica piramide CIM a favore di verticalizzazioni mirate (per esempio spostando il livello di coordinamento negli strati superiori) per ottimizzare e gestire l’eterogeneità delle tecnologie (PLC, DCS, Edge, …). I ‘3 + 3 principi’ sono sorretti dalle filosofie di situational awareness e UX (user experience) per favorire usabilità e creare soluzioni umano-centriche, e da metodologie scrum/agile o canban per gestire progetti complessi (anche in logiche engineer to order) rispettando tempi, obiettivi e sostenibilità.

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