AES_6 2022

Primo piano 27 SCENARI Automazione e Strumentazione n Settembre 2022 e complementa il paradigma attuale Industry 4.0 evi- denziando la ricerca e l’innovazione come driver per una transizione verso un’industria europea sostenibile, umano-centrica e resiliente. Il focus viene spostato dalla generazione di valore per gli shareholder a quello per gli stakeholder, con vantaggi per tutti coloro che sono coinvolti. L’Industria 5.0 punta a valorizzare le nuove tecnologie fornendo prosperità oltre ai posti di lavoro e alla crescita, rispettando al tempo stesso le condizioni del pianeta e ponendo il benessere dei lavo- ratori al centro del processo produttivo”. Seguendo la linea tracciata dallo studio citato, inoltria- moci all’interno della prospettiva indicata. Come premessa vale l’osservazione che l’Industria 4.0 non è il quadro giusto per raggiungere gli obiet- tivi che l’Europa sta fissando per i prossimi decenni. Il paradigma Industria 4.0, come è attualmente con- cepito, “non è idoneo allo scopo in un contesto di crisi climatica, di diverse emergenze planetarie, di profonde tensioni sociali: è infatti strutturalmente alli- neato con l’ottimizzazione dei modelli di business e del pensiero economico che sono le cause profonde delle minacce che ora dobbiamo affrontare. L’attuale economia digitale è un modello winner-takes-all che crea monopolio tecnologico e una gigantesca disu- guaglianza di benessere”. L’industria 4.0 non sembra avere le dimensioni chiave che saranno indispensabili per rendere pos- sibile la trasformazione sistemica e per garantire il necessario disaccoppiamento dell’uso delle risorse e dei materiali dagli impatti negativi sull’ambiente, sul clima e sulla società. Per dimensioni chiave si inten- dono: le capacità di inserirsi nel modello dell’econo- mia circolare e nei circuiti di feedback riparativo visti come un pilastro fondamentale della progettazione di intere catene del valore; la dimensione intrinseca- mente sociale, che implica attenzione al benessere dei lavoratori, alla necessità di inclusione sociale e all’a- dozione di tecnologie non sostitutive ma integrative delle capacità umane; la dimensione ambientale che comporta una trasformazione che elimini l’uso dei combustibili fossili, promuova l’efficienza energetica, ripristini la biodiversità. Entrando più nel merito di queste dimensioni, cer- chiamo di delineare i tratti salienti della visione Industry 5.0. Più che rappresentare un balzo in avanti tecnologico, il nuovo modello tende a collocare l’approccio 4.0 in un contesto più ampio, fornendo alla trasformazione tecnologica una finalità rigenerativa e dando alla pro- duzione industriale una direzionalità orientata alla pro- sperità delle persone e del pianeta piuttosto che sem- plicemente alla creazione di valore a beneficio degli azionisti. È un modello trasformativo che riflette l’evoluzione del nostro modo di pensare dopo l’esperienza della pandemia, prendendo in considerazione tutti gli inse- gnamenti che possiamo trarne e, in primis, la necessità di progettare sistemi industriali che siano intrinseca- mente più resilienti a shock e stress futuri e inoltre sap- piano integrare realmente i principi sociali e ambientali del Green Deal europeo. È la cosiddetta ‘twin transi- tion’ europea, che punta a collegare la trasformazione digitale con la sostenibilità e l’azione per il clima. Responsabilità a livello della catena del valore e dell’ecosistema Secondo lo studio della DG RTD, Industry 5.0 signi- fica “anzitutto e soprattutto un deciso allontanamento dai modelli di capitalismo neoliberista incentrati sulla produzione per il profitto e sul primato dell’azionista, verso una visione più equilibrata del valore nel tempo e una concezione multivalente del capitale - umano e naturale oltre che finanziario. Questo cambiamento implica molto più della due diligence per le catene di approvvigionamento, bensì una comprensione della riduzione dei rischi attraverso la costruzione della resilienza”. Costruire la resilienza lungo la catena del valore richiede un approccio persone-pianeta-pro- sperità che si concentri sulle leve a breve termine e sulla pianificazione a lungo termine piuttosto che sulla ricerca del profitto a breve termine. Un apprendimento chiave dal Covid-19 è stata l’importanza di costruire la resilienza lungo la catena del valore, per garantire la fornitura di prodotti e servizi durante le crisi. Sul versante ambientale, far fronte al cambiamento climatico e la necessità di una profonda decarboniz- zazione costituiscono un imperativo per l’industria: solo eccellendo rispetto ai concorrenti internazio- nali nella progettazione per la resilienza, nel rinno- vamento e la rigenerazione delle risorse e nell’eco- nomia circolare, l’industria europea sarà in grado di trarne vantaggio qualificandosi come first mover nella gestione dei rischi del cambiamento climatico e del degrado ambientale. Progettazione rigenerativa ed economia circolare Gli approcci di economia circolare e rigenerativa forniscono un quadro per le soluzioni di sistema e, soprattutto, la trasformazione sistemica per consentire attività di core business e modelli di settore sostenibili.

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