AS_06_2019

Automazione e Strumentazione Settembre 2019 SENSORI approfondimenti 49 fotocellule con catarifrangente, a tasteggio o a proiettore/ricevitore, persino combinando diverse tipologie tra loro. Così è possibile compiere mol- teplici controlli, misurazioni, rilevamenti degli oggetti più diversi, nelle posizioni più disparate, senza alcuna limitazione. Il campo di lavoro delle fotocellule varia da 0 a 15 m in base al modello scelto. Una schiera ordinata Per quanto riguarda, invece, la stabilità e l’at- tendibilità del segnale, FlexChain è in grado di interrogare un’ottica alla volta. Grazie al trigger ciclico e sequenziale che scongiura il rischio di mutua interferenza ottica, è possibile collocare i sensori nella direzione e alle distanze deside- rate e persino attaccarli l’uno all’altro. In questo modo le fotocellule funzionano come fossero una barriera. L’host FlexChain raccoglie i dati di tutti i sen- sori collegati in rete, gestisce le eventuali logiche facilmente configurabili e li trasmette al PLC. Di fatto è la ‘cabina di controllo’ delle fotocel- lule collegate a cascata; ciò significa che per far funzionare l’intera catena è sufficiente utilizzare i due tasti di comando e il display dell’host. In automatico, tutti i sensori collegati vengono iden- tificati ed istruiti. Configurazione e diagnostica La configurazione del teach è semplice e intuitiva e lo stato di funzione di ogni singola fotocellula lungo i 40 metri massimi di catena è disponibile in tempo reale per intervenire in modo tempestivo in caso di complicazioni. L’host offre, inoltre, molteplici possibilità di configurazione e gestione diversificata dei diversi sensori, per un controllo totale della cascata con un solo cavo. I sensori FlexChain sono dotati di un’elevata configurabilità interna che offre numerose fun- zioni utili per la gestione operativa e la manuten- zione. Una di queste è la diagnostica integrata , che permette di tenere sotto controllo la para- metrizzazione, il grado di contaminazione e lo stato di comunicazione per ogni singolo sensore connesso. Grazie a questa modalità di manuten- zione preventiva ogni eventuale problema viene individuato in tempi ristretti e notificato in tempo reale con estrema precisione, così da evitare dan- nosi downtime. È poi possibile creare aree di rilevamento e di controllo ponendole in connessione logica le une con le altre. Un esempio è la possibilità di verificare il riempimento, la posizione, l’orientamento e la misura di un box, il tutto con una sola uscita strutturata a PLC. Tutto a portata di web Per rendere tutto più immediato e semplice, Sick ha progettato uno strumento online che consente di configurare una barriera FlexChain per un’ap- plicazione specifica. In tre semplici passi è possi- bile comporre una barriera e inviare l’ordine. Questo comodo strumento di configurazione è disponibile alla pagina web di Sick ed è proget- tato in modo da avere un’interfaccia intuitiva. Nella prima schermata viene chiesto di scegliere l’host (Standard I/O, Advanced I/O, RS-485 o CANopen), nella seconda si impostano una o più tipologie di sensori fotoelettrici che si intendono utilizzare (a riflettore, a sbarramento o energe- tico), la lunghezza del cavo e il numero di sen- sori necessari. Un contatore automatico informa l’utente sui metri di cavo ancora disponibili, sul numero di sensori che è possibile collegare secondo il settaggio scelto e il tempo di risposta. Una volta verificati tutti i parametri, il tool sug- gerisce gli accessori adatti e riepiloga tutti i para- metri scelti. A questo punto è possibile inserire i componenti nel carrello, attraverso l’area Mysick, ed eventualmente procedere all’ordine. Con FlexChain è possibile creare e configurare facilmente delle barriere fotoelettriche versatili, automatizzando la gestione della connettività e razionalizzando i cablaggi Dettaglio di una delle fotocellule ‘smart’ della serie FlexChain

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