AES_5 2023

Automazione e Strumentazione n Giugno - Luglio 2023 Primo piano 9 EDITORIALE Carburanti sintetici, un altro vettore energetico I carburanti sintetici sono tornati a essere un argomento di grande attualità. La riscoperta di questo tema, con rilevanti implicazioni industriali, spetta principalmente all’Unione Europea, che ha riconosciuto come i combustibili sintetici potrebbero essere una tecnologia adatta a ottenere un bilancio neutrale in termini di emissioni di anidride carbonica. Similmente all’idrogeno, i carburanti sintetici non sono una fonte energetica bensì un vettore che ha bisogno di materie prime ed energia per essere prodotto, in modo da permettere un più semplice trasporto e stoccaggio dell’energia. Per ottenere carburanti sintetici, la principale materia prima, oltre all’idrogeno, è il carbonio, che viene assorbito quando i combustibili sono sintetizzati, per poi essere rilasciato in seguito alla combustione. Si potrebbe quindi realizzare un ciclo industriale capace di ‘imprigionare’ o ‘sequestrare’ anidride carbonica nella fase di produzione e di rilasciarla quando il carburante sintetico è utilizzato, con il vantaggio di poter utilizzare tutta l’infrastruttura di trasporto e tutti motori a combustione interna adatti ai carburanti derivati da fonti fossili. L’utilizzo di quantità industriali di carburanti sintetici non è una novità. Nella prima metà del secolo scorso, durante la Seconda guerra mondiale, l’esercito tedesco fece un uso esteso e preponderante di carburanti di sintesi, che coprirono più della metà del consumo dei mezzi di terra e la quasi totalità di quelli aerei. Per produrre carburanti sintetici, nella Germania in guerra, si faceva reagire il monossido di carbonio prodotto dalla combustione del carbon fossile con l’idrogeno, impiegando appositi catalizzatori, in un processo noto come Fischer-Tropsch. Una soluzione impiegabile ancora oggi, per esempio utilizzando come materia prima il monossido di carbonio o l’anidride carbonica catturati dall’atmosfera o da processi industriali, come quello di produzione dell’acciaio, e combinandoli con l’idrogeno ottenuto dall’acqua tramite elettrolisi. Attualmente si possono produrre carburanti sintetici, da non confondere con i biocarburanti, anche partendo da biomasse, che vengono gassificate prima di reagire con idrogeno, sempre in presenza di catalizzatori, mediante processi chimici o termici. Nel settore del trasporto aereo, i carburanti sintetici, anche definiti come e-kerosene, potrebbero essere una scelta quasi obbligata, visto che rappresentano uno dei pochi combustibili ‘sostenibili’, o SAF (Sustainable Aviation Fuel), la cui produzione potrebbe essere ampliata in modo tale da soddisfare l’ingente domanda dell’aeronautica. Uno svantaggio ovvio e implicito nell’uso dei combustibili sintetici è che questi, quando sono combusti, rimettono in atmosfera l’anidride carbonica che avevano imprigionato. Tuttavia, per esempio, se prodotti utilizzando le emissioni degli altoforni caricati a carbone, i carburanti sintetici potrebbero ridurre l’impatto ambientale del settore siderurgico, che a livello globale è primo per emissioni di CO 2 . Senza, si spera, entrare in competizione con produzioni di acciaio ancora più verde, per mezzo di altoforni elettrici o alimentati a idrogeno. Redattore di ‘Automazione e Strumentazione’ Jacopo Di Blasio

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